La vita e la carriera di uno degli artisti più amati del panorama melodico napoletano e non solo: dagli inizi agli anni d’oro, una vita piena di successi.
Pino Daniele è riconosciuto ancora oggi come il simbolo della musica partenopea nel mondo che, grazie alle sue sonorità, fatto viaggiare Napoli nel mondo. Pino inizia la sua carriera molto giovane; sin da piccolo dimostra la sua passione per la musica, dalle suggestioni nostrane, della terra d’appartenenza a quelle etniche, La sua musica, infatti, sarà la caratteristica della sua musica fondere diversi generi al fine di creare una “pasta unica” capace di dar vita ad un sound totalmente nuovo. Pino inizia la sua attività come musicista già all’inizio degli anni 70, quando dopo aver studiato chitarra inizialmente come autodidatta e poi presso la scuola, inizia a mettere su nuovi gruppi come i “New Jet” formato, tra gli altri, da grandi artisti come Gino Giglio. Seguono anni di gavetta fino a quando l’EMI nel 1977 gli fa firmare il primo contratto discografico, lanciando l’album “Terra Mia” ed il singolo “Na tazzulella è cafè” ed il capolavoro “Napule è”, diventato l’inno partenopeo per molti tifosi, ma anche per tanto giovani napoletani che dagli inizi hanno seguito la carriera di Pino. E’ evidente sin dal suo primo lavoro, come questo, la volontà di fondere diversi stili musicali e catturare diverse suggestioni dal mondo della musica di vario genere; la testimonianza dell’assoluta volontà di sperimentazione è data dalla collaborazione con importanti nomi come Rosario Jermano, Rino Zurzolo, Tullio De Piscopo e James Senese. Va riconosciuto a Pino Daniele il merito di aver “svecchiato” la canzone napoletana, di averla arricchita e liberata dalla grammatica austera del pezzo novecentesco ancora legato al retaggio tradizionale. L’ostacolo per decollare verso il successo è dato dalla difficoltà per alcuni di comprendere il dialetto, frequentemente usato da Pino nei suoi primi brani. Il potenziale però c’era, ed anche Renzo Arbore, quando nel 1979 pubblica “Pino Daniele”, se ne accorge: gli permette di partecipare alla trasmissione radiofonica “Alto gradimento” ed a quella televisiva “L’altra domenica”. Successo assoluto dall’album del 79 sarà “Je so pazzo” con la quale inizierà ad essere apprezzzato da un pubblico sempre più ampio, fino ad arrivare alla consacrazione assoluta tra il 1980 ed il 1981 con “Nero a metà” e “Vai mò” dai quali usciranno brani importanti e di successo come “Yes I know my way”, “A me me piace ‘o blues” e “Quanno chiove”. La sperimentazione continua nel 1982 con “Bella ‘mbriana”, album caratterizzato da un retrogusto di musicalità europee: “La collaborazione con il bassista Alphonso Johnson e con Wayne Shorter, session-men di fama internazionale, porta il nome di Pino Daniele ad essere apprezzato anche oltre i confini italiani”. (fonte: biografieonline.it). Nel 1988 Pino però si trova ad affontare un problema più grave: in contemporanea a “Schizzichea with love” , che si meriterà un premio Tenco, dovrà fare i conti con gravi problemi di salute, risolti nel migliore dei modi. A sostenerlo, tra gli amici, il grandissimo attore Massimo Troisi; con lui compone le musiche per il film “Le vie del signore sono finite” ma questa collaborazione è solo una delle tante, infatti già avevano collaborato: “ Per Massimo Troisi aveva già composto la colonna sonora del film “Ricomincio da tre” del 1981. Il connubio tra i due artisti napoletani risulta essere perfetto. Pino nel 1991 realizzerà anche la colonna sonora per il film di Troisi “Pensavo fosse amore invece era un calesse”, dal titolo “Quando”. Nel 1989 esce l’album “Mascalzone latino” che con il brano “Anna verrà” dedicato all’attrice Anna Magnani ottiene un ottimo successo di pubblico e di critica”. Gli anni 90 per Pino sono ricchi di collaborazioni e produzioni degli album tra i più conosciuti della sua carriera, senza ovviamente dimenticare che, anche la discografia precedente resta un capolavoro assoluto d’inestimabile importanza per la sperimentazione musicale ma anche per la tessitura filologica che s’intreccia al suono delle chitarre e gli altri strumenti. Infatti: “Nel 1990 avviene l’incontro con Mick Goodrick, grande chitarrista jazz americano: insieme danno vita prima all’album “Un uomo in blues” ricordato per i brani “Femmena” e “‘O scarrafone”, e poi “Sotto ‘o sole” nel quale si ritrovano alcune rivisitazioni di vecchi brani e la creazione di due nuovi inediti “Quando” e “‘O ssaje comme fa ‘o core” scritte dall’amico Massimo Troisi. Nel 1993 nasce “Che Dio ti benedica”: l’album (in cui collaborano Chick Corea e Ralf Towner) ha un grande successo oltre che di pubblico anche di critica e viene rappresentato da Pino in un mitico tour in varie città italiane ed europee.Pino Daniele inizia un nuovo periodo musicale nel 1995 con la pubblicazione dell’album “Non calpestare i fiori nel deserto” e nel 1997 con “Dimmi cosa succede sulla terra”. In questi due lavori Pino abbandona un po’ il dialetto napoletano collaborando anche con grandi artisti del panorama nazionale come Giorgia, Irene Grandi, gli Almamegretta e Jovanotti.A 20 anni di distanza dal suo primo album esce l’album “The best of Yes I know my way” che vede una rivisitazione di 13 brani tra i più famosi, più tre inediti: “Amore senza fine”, “Per te” (pezzo strumentale) e “Senza peccato” registrato con la partecipazione dei britannici Simple Minds. In questo album il cambiamento di Pino Daniele è totale, si presenta al grande pubblico anche con un nuovo look, capelli corti, pizzetto e tante cose nuove da dire. Nel 1999 esce l’album “Come un gelato all’equatore”; nel 2001 festeggia l’uscita del suo ultimo lavoro “Medina” con un mega tour estivo che parte proprio dalla sua città. Il disco vede un ritorno alle origini musicali. Alcuni pezzi scritti in dialetto evidenziano la voglia che Pino ha di proiettarsi verso una musicalità futura rimanendo comunque fortemente attaccato alle origini. Dopo la positiva esperienza del tour condiviso con altre grandi voci italiane – Eros Ramazzotti e Jovanotti nel 1994 – Pino Daniele organizza nel 2002 una mega tourneè con altri tre grandi della musica italiana: Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e Ron.Pino Daniele ritorna sulla scena musicale italiana con un nuovo album dal titolo “Pino Daniele Project – Passi D’Autore” nell’aprile del 2004. Nel disco è presente un brano dedicato a Diego Armando Maradona, “Tango della buena suerte”.In onore alla quasi trentennale carriera di Pino Daniele, alla fine del mese di giugno 2004 esce un album triplo “Pino Daniele Platinum Collection” (EMI) che ripercorre in 53 brani tutta la storia del cantautore”. Pino Daniele se n’è andato il 4 gennaio 2015 a causa di un arresto cardiaco, era nella sua casa a Magliano in Toscana. Il patrimonio che ci ha lasciato è inestimabile ed ancora oggi di grande valore.
a cura di Annalibera Di Martino
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