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Castellammare di Stabia

La mattanza femminicidio continua

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span style="font-family: terminal, monaco, monospace">L’ennesimo femminicidio. Una ventenne e madre, è stata pugnalata più volte, poi il suo corpo è stato gettato all’interno di un pozzo artesiano

È di poche ore fa la notizia dell’ennesimo femminicidio. Laura, mamma di una bimba di 8 mesi, la cui scomparsa era stata denunciata dal proprio genitore ieri sera. E’ stata pugnalata più volte, poi il suo corpo è stato gettato all’interno di un pozzo artesiano, in contrada Stallaini, nelle colline sopra Canicattini Bagni, comune del Siracusano.

Il compagno della vittima si trova al momento nella caserma dei carabinieri per essere interrogato. Sarebbe indiziato dell’omicidio. In base ad una prima ispezione cadaverica, la donna sarebbe stata uccisa ieri sera intorno alle 22. Il cadavere, buttato nel pozzo, è rimasto incastrato tra le lamiere e non è arrivato in fondo. L’assassino ha provato a spingerlo giù, poi lo ha coperto con il coperchio in ferro e si è allontanato.

Qualche settimana addietro, dopo l’8 marzo, Festa della Donna, su cui diverse donne cominciano tuttavia a storcere il naso poiché ormai si è trasformata anche sui media in una sorta di spettacolo e passerelle di blasonate intervistate nei vari tg e riviste, ci sono state in tutta Italia anche parecchie inaugurazioni di cosiddette “Panche rosse” contro ogni violenza, manifestazioni in cui sono stati coinvolti politici, studenti, insegnanti e cittadini.

Tutto giova quando si vuole dare un segnale di civiltà. Dalle associazioni antiviolenza a questi occasionali eventi. Si fa molto da anni. Però il femminicidio non si è quanto meno arginato.

Non si vuole anche comprendere, a partire dallo Stato e per esso un Parlamento che sia finalmente sensibile, moderno e progressista, che riguardo a questo tipo di violenza e non solo, un modo nel medio e lungo termine efficace per cercare di contenerla, è cambiare certa cultura, mentalità e riferimenti arcaici, con un lavoro d’insegnamento quotidiano nella scuola dell’obbligo, a cominciare dalle piccole generazioni.

Si devono introdurre materie nuove, più moderne, in cui si apprende ciò che di bello la scienza e la civiltà contemporanea hanno finalmente iniziato a squarciare nel buio millenario di quando il sole girava intorno alla Terra.

L’essere umano, ci dice la scienza moderna, è un insieme di agglomerati complessi soprattutto con un cervello composito, la cui formazione nei primi decenni è la struttura portante della sua restante vita.

E non si può lasciare ciò alla sola iniziativa dei singoli e ancor più a qualche insegnante, anche poiché si rischia di assumere delle responsabilità che si possono anche ritorcere.

Devono essere le Istituzioni, dall’alto dei loro Palazzi, Governo e Parlamento, a dare una normativa alla scuola, affinché si svecchi nell’insegnamento, specialmente civico.

In Italia, fu Aldo Moro il primo a introdurre nel 1958 l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole medie e superiori: due ore al mese obbligatorie, affidate al professore di storia, senza valutazione. Dall’anno scolastico 2010/2011 si è cambiato nome all’insegnamento di educazione civica, passando al nome “Cittadinanza e costituzione”. Esso comprende cinque argomenti: educazione ambientale, educazione stradale (Codice della Strada), educazione sanitaria (regole basilari di pronto soccorso), educazione alimentare e Costituzione italiana.

Due ore al mese per non riuscire ad insegnare nulla. Dovrebbe essere invece prevista tra le materie base, al pari dell’italiano, matematica, ecc. E, peraltro, non può essere affidato tale compito al docente di Storia. Rispettabilissimo nella sua materia, ma cosa c’entra con, sostanzialmente il Diritto e i Doveri?

Una scuola moderna assuma dei laureati in legge per questo tipo di insegnamento. Diversamente sarebbe come se per spiegare il corpo umano lo si chiedesse ad un bravissimo veterinario. Lo si chiede ad un medico!

Viene dunque il dubbio che da parte dei blasonati Statisti e Parlamentari degli ultimi decenni non c’è mai stata l’onesta volontà di modernizzare nel tempo le nuove generazioni, in particolare nella conoscenza dei propri diritti e doveri. Forse perché, più insipiente e divagante è un popolo e meglio lo si pascola.

D’altronde a rafforzare questo ed altri dubbi sui nostri “nobili” parlamentari, ricordo bene un eloquente esempio della decennale simulazione che alberga nella nostra politica, di destra, sinistra e centro: 27 maggio 2013 “Si parla di femminicidio: la Camera è vuota”.

Purtroppo, così continuando, la violenza in generale sta dilagando. Il femminicidio ne è un sintomo tra i peggiori. Ci vogliono le leggi, occorre ripristinare il timore delle sanzioni e della certezza della pena, ci vuole la prevenzione sul territorio con assistenza e associazioni al fine, ma occorre anche la formazione dell’essere umano sin dai suoi primi anni, vera, reale, moderna, progressista e scientifica.

Mi auguro che ci possa essere al più presto un Governo e un Parlamento di cittadini per i cittadini. Se non c’è infatti in Parlamento una volontà finalmente sociale, trasparente e sincera, non si potranno cambiare le nostre leggi deliberate da politici culturalmente raffermi e quindi non potrà mai cambiare nulla.

Dispiace troppo per quella giovane donna e madre.

Adduso Sebastiano

 


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