La manovra arriva in aula, ma restano aperti alcuni capitoli come il reddito di cittadinanza e quota 100.
E’ andata avanti fino a notte fonda la riunione sulla manovra convocata a Palazzo Chigi. Oggi la legge di bilancio dovrebbe arrivare in Parlamento, ma sul tavolo di Palazzo Chigi resta ancora la necessità di rispondere ai rilievi di Bruxelles che ha inviato una nuova lettera a Roma sottolineando che la manovra non riduce il debito.
Ci sono poi questioni che restano aperte nella maggioranza: dalla disciplina di reddito di cittadinanza e quota 100, che dovrebbe essere affidata a due ddl collegati alla legge di bilancio, fino a quella delle pensioni d’oro per cui ecco che l’esecutivo cambia ancora lamanovra dalla quale potrebbe emergere che i fondi per reddito di cittadinanza e pensioni potranno essere dirottati. Dove? Come? Quando? Perchè? etc etc etc, boh! Unica cosa certa è che ancora una volta tutto sarà avvolto nelle nebbie padane.
Intanto, come certifica anche l’Istat ponendo così un ulteriore interrogativo sul 2019, l’Italia smette di crescere. Per la prima volta dal 2014, nel terzo trimestre del 2018 il Pil è a zero.
E’ in questo contesto per niente tranquillo, ed ancor meno tranquillizzante, che Bruxelles minaccia sanzioni sul debito evidenziando il “rischio contagio in Europa” e che anche Confindustria attacca affermando: “il Paese è al palo per colpa del governo” afferma.
E questo è per cui, ancora come sempre, non ci resta che affidarci al nostro mantra scaramantico: “Io speriamo che me la cavo” e affermare, parafrasando Marco Tullio Cicerone, che: “Numquam est tam male gialloverde, qui aliquis facete et commode dicant” (“Qualunque cosa possa accadere ai gialloverde, essi lo commenteranno con una battuta di spirito”), senza alcun timore di sbagliare.
S
tanislao Barretta
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