Il Balletto di Roma incanta il Teatro Antico di Taormina con il capolavoro di Fabrizio Monteverde
Ieri sera, al Teatro Antico di Taormina, il cielo stellato ha abbracciato la tragedia più celebre di tutti i tempi: Giulietta e Romeo, rivisitato dal genio coreografico di Fabrizio Monteverde e danzato dal Balletto di Roma. Un appuntamento che ha unito arte, poesia e verità in uno scenario che già di per sé è teatro eterno.
Non è stata soltanto la riproposizione di un grande classico, ma una vera e propria esperienza estetica ed emotiva, capace di toccare corde profonde. Da cultrice della danza, diplomata in conservatorio e con anni di esperienza nella direzione di una scuola di danza, ho seguito ogni gesto con sguardo tecnico e appassionato. Ed è proprio questo a rendere il racconto che segue una recensione dal cuore e dalla competenza.
Un Romeo e una Giulietta del nostro tempo
Monteverde trasporta gli amanti di Verona in un Sud del dopoguerra, polveroso e fragile, dove la vita rinasce tra macerie morali e fisiche. La scenografia essenziale, con il muro decrepito a evocare le ferite di un conflitto, non è un semplice fondale, ma un personaggio silenzioso che amplifica la tensione drammatica.
La Giulietta di questa versione non è l’icona eterea e passiva che spesso abbiamo conosciuto: è ribelle, tormentata, sospesa tra l’ingenuità adolescenziale e la consapevolezza di un destino di oppressione. Ogni suo movimento, a tratti impetuoso, a tratti lirico, parla di un corpo che cerca libertà e di un cuore che reclama il diritto di amare. Romeo, dal canto suo, diventa incarnazione di un amore assoluto, puro, quasi incosciente. Insieme, i due protagonisti creano una danza che non è mai soltanto virtuosismo tecnico, ma linguaggio viscerale.
La forza di una coreografia senza tempo
La scrittura coreografica di Monteverde si conferma in tutta la sua potenza: dinamica, intensa, ricca di contrasti. Alterna sequenze di gruppo dal ritmo serrato, dove il corpo di ballo diventa massa ostile e compatta, a momenti di duetto in cui il respiro dei danzatori sembra fondersi con quello del pubblico. Le diagonali rapide, le cadute controllate, i gesti spezzati che si aprono in slanci improvvisi creano una tensione continua che restituisce la violenza e la fragilità dell’amore proibito.
Non è un caso che questa produzione, con oltre 350 recite e più di 200.000 spettatori, sia lo spettacolo di danza italiano più applaudito di sempre. È un’opera che riesce a rinnovarsi a ogni replica, senza mai perdere intensità.
La musica, anima della tragedia
Le musiche di Sergej Prokofiev, con la loro forza epica e i momenti di struggente lirismo, hanno dialogato perfettamente con la coreografia. I danzatori hanno dato corpo a una partitura che alterna potenza e delicatezza, amplificando ogni gesto, sostenendo la drammaturgia fino al finale che lascia senza fiato.
Un’emozione che resta
Seduta in seconda fila, ho avuto il privilegio di percepire ogni dettaglio: lo sguardo degli interpreti danzatori, il respiro affannoso dopo le corse, la tensione dei muscoli nei pas de deux. È questa vicinanza che mi ha permesso di cogliere la verità profonda del lavoro di Monteverde e la dedizione del Balletto di Roma. Non ho assistito solo a uno spettacolo: ho vissuto un atto d’amore verso la danza, il teatro e la vita stessa.
Giulietta e Romeo del Balletto di Roma non è solo un balletto, ma una lezione di umanità. Una coreografia che trascende la storia shakespeariana per farsi specchio del nostro presente: i conflitti, le divisioni, ma anche la forza ribelle dell’amore e della speranza.
Al Teatro Antico di Taormina, il mito è rinato ancora una volta. E ci ha ricordato che la grande danza, quando incontra un luogo così eterno, diventa poesia viva, incisa nella memoria di chi ha avuto la fortuna di esserci.
Lo spettacolo è stato proposto dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, nell’ambito del Festival Taormina Arte, sotto la direzione artistica di Gianna Fratta. Una scelta che conferma la professionalità della Fondazione nel saper coniugare qualità artistica, valorizzazione del territorio e prestigio internazionale, trasformando il Teatro Antico di Taormina in un palcoscenico senza tempo, dove arte e bellezza continuano a regalare emozioni indimenticabili.
Mariella Musso – Giornalista pubblicista / Vivicentro
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