Il commento della Rosea sulla prestazione di Lorenzo Insigne nella partita Albania-Italia
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ome racconta l’edizione di oggi del quotidiano sportovo la Gazzetta dello Sport, nei momenti di buio, è bene attaccasi a chi possiede la miccia per accendere il fuoco. Nel 4-2-4 di Gian Piero Ventura, il ruolo di incendiario spetta a Lorenzo Insigne, che parte largo a sinistra, ma ha la possibilità di accentrarsi per illuminare il gioco azzurro. Il folletto del Napoli riceve palla sul contro-movimento e ha in sostanza cinque opportunità: lo spunto personale, con conclusione in porta; il servizio in verticale per Immobile, che rispetto a Eder dà più profondità all’attacco; l’appoggio semplice al mediano che si propone, perlopiù Gagliardini; lo scarico in fascia per la corsa di Spinazzola, che ha polmoni a sufficienza per spingere in modo costante nello spazio liberato proprio dall’accentramento di Insigne; il cambio di gioco sul lato opposto per Candreva o per Darmian, in caso di sovrapposizione. Fin qui il piano tattico di Ventura è chiaro, poichè Insigne è nettamente il giocatore più tecnico delli undici azzurri schierati contro l’Albania, e cercare di servirlo il più possibile, dandogli pure più soluzioni per inventare, è comprensibile. Il problema è che per far funzionare una strategia offensiva, è necessario poi che le giocate riescano. Insigne è stato coinvolto, ma ha faticato a trovare lo spunto. Qualche tiro da lontano (uno a giro alto nel primo tempo, due bloccati bene in presa da Berisha nella ripresa), un bel cambio di gioco per Darmian, un’elegante serpentina chiusa al limite dell’area con un probabile fallo non visto dall’arbitro Moen. Tentativi a cui però è seguita la concretezza. Se Insigne ha il torto di non aver risolto, Candreva ha riscattato una gara confusionaria con il gol su cross di Spinazzola che ha steso la selezione di Panucci. Un episodio che però non cancella la sensazione che a destra nel 4-2-4 «venturiano» serva un mancino in grado di giocare a piede invertito, così come fa proprio Insigne dalla parte opposta o come faceva Cerci nelle versioni del modulo viste a Pisa e Torino con l’odierno c.t. in panchina.
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