Contrordine: la fusione Anas-Fs non si farà. Lo hanno deciso i ministri del cambiamento Di Maio e Toninelli.
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’annunciata fusione tra Anas e Ferrovie dello stato non piace al nuovo governo. Anas e Ferrovie dello stato, che si sono scambiati intense promesse di matrimonio, finiranno per dirsi di no una volta giunti sull’altare? Si sono pronunciati in questo senso sia il ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, sia il titolare dei Trasporti, Danilo Toninelli, spalleggiato dai sottosegretari leghisti Armando Siri e Edoardo Rixi. L’azzeramento del CdA di Fsi – pur se ispirato probabilmente a molti altri fattori più o meno confessabili – viene giustificato anche su questa base.
Il progetto destava molti dubbi, ma nel frattempo è andato avanti. Tornare al passato sarebbe uno spreco delle risorse umane e materiali spese per integrare le due società per cui, arrivati a questo punto, sarebbe meglio andare avanti, secondo la vocazione originale del piano, per creare un unico polo infrastrutturale separato dai servizi ferroviari chiarendo, anzitutto, i punti opachi dei rapporti tra le due aziende, a partire da un contenzioso del 2016 per oltre un miliardo di euro. Se finora l’operazione è stata frettolosa e poco trasparente, c’è da sperare che ora non si torni indietro con lo stesso metodo. E ci sia la possibilità di un ripensamento.
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