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L’Istat vede la ripresa: salgono potere d’acquisto e spese delle famiglie

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Segnali positivi per il mercato interno: il potere d’acquisto è aumentato – nei primi nove mesi del 2015 – dello 0,9% rispetto a un anno prima. La spesa del terzo trimestre è cresciuta dell’1,4% sul 2014. Ma le società ancora non investono.

MILANO – Segnali positivi sulla ripresa del mercato interno, in particolare dei consumi delle famiglie, ai quali si appigliano le speranze di rilancio economico in un momento di difficoltà per i mercati emergenti e quindi le nostre esportazioni. Nel terzo trimestre del 2015, il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,5% nel confronto con il corrispondente periodo del 2014. Secondo i dati dell’Istat, il potere d’acquisto (che considera cioè anche l’inflazione), sempre nel periodo luglio-settembre è aumentato dell’1,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,3% sul terzo trimestre del 2014. Nei primi tre trimestri del 2015, nei confronti dello stesso periodo del 2014, il potere di acquisto è cresciuto dello 0,9%.

Nel portafoglio degli italiani si è dunque ricostruita un po’ di ‘forza’, che almeno in parte si è tramutata in consumi: “La spesa delle famiglie per consumi finali, in valori correnti, è aumentata dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto al corrispondente periodo del 2014”, dice l’Istat. Dinamiche diverse per investimenti e risparmi: “Nel terzo trimestre del 2015 la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari al 9,5%, in aumento di 0,9 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014. Il tasso di investimento”, invece, “è stato pari al 6%, in diminuzione di 0,1 punti percentuali sia rispetto al trimestre precedente, sia nei confronti del terzo trimestre del 2014”.

span style="color: #222222; font-family: Arial, Helvetica, sans-serif; font-size: 16px; line-height: 23px;">Nella rilevazione dell’Istituto rientrano anche i dati sulla redditività delle aziende. La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 40,1%, è rimasta invariata sia rispetto al trimestre precedente sia rispetto al corrispondente trimestre del 2014. Nel terzo trimestre del 2015, il tasso di investimento delle società non finanziarie è sceso al 18,8%, con una diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,2 punti percentuali rispetto al corrispondente trimestre del 2014.

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