Le parole di Kalidou Koulibaly al canale ufficiale della SSC Napoli
Il difensore del Napoli Kalidou Koulibaly, ha rilasciato una lunga intervista al canale ufficiale della società partenopea:
“C’è qualcosa di positivo dopo tutto ciò che è successo? Sì, diversi aspetti positivi. La mia famiglia mi è stata vicina, mi ha fatto piacere ed è importante per me. Direi che la mia famiglia è la cosa più importante al mondo, se sono con me mi fa piacere. Poi i tanti messaggi degli amici, anche che non conoscevo personalmente, sui social. Sono passati venti giorni di sostegno importante, è me molto positivo. Sono successe cose negative, ma alla fine il sostegno avuto non lo dimenticherò mai. Mi ha fatto maturare questo periodo, prima non avrei risposto così.
Io un simbolo nella lotta alle discriminazioni? Mi fa piacere fino ad un certo punto: dobbiamo lottare contro le discriminazioni, e ciò mi dispiace. Siamo tutti uguali, sono valori che trasmetto a tutti quelli che conosco. Essere un simbolo di questa lotta mi dispiace, ma è anche bello: sono valori che ho dentro, e allora posso farli vedere a tutti. Per me è una lotta importante, che va avanti già da tempo, da quando facemmo un intervento in una scuola a Milano. È la strada giusta, dobbiamo mettere questi valori anche nella vita. Mio figlio parla italiano, francese e senegalese: oggi non ha tanto bisogno di queste cose, ma ad un bambino devi spiegare cosa è il razzismo. Quando lo porto a scuola, anche gli altri bambini mi sostengono e fa piacere, per loro è normale che tutti siano uguali, dovremmo esserlo anche nel mondo.
Razzismo nel 2019? Il mondo va avanti e se dobbiamo ancora lottare contro le discriminazioni significa che facciamo tanti passi indietro.
Se ci sono differenze tra Francia ed Italia? In Francia ci sono nato e non ho mai avuto problemi del genere, anche sui campi di calcio. Sono cresciuto con tanti stranieri di diverse nazionalità, non c’erano mai i problemi. Per me la Francia è un altro paese, lo vediamo anche in Nazionale dove ci sono tanti calciatori di colori: è un paese a parte, sono più avanti. In Italia quando sono arrivato non ho sentito tanto forse perché mi concentravo sul calcio: poi mi sono occupato di questi problemi, sentii i cori contro i napoletani. Non li capivo inizialmente, ma mi dispiaceva: Napoli è una città bellissima, quando vedi i calciatori dal Napoli che possono giocare anche per la Nazionale, mi dispiace ciò che succede.
La lotta è giusta, la gente deve capire che un giocatore che gioca per il Napoli può giocare anche per la Nazionale. Puoi tifare contro, ma anche per il giocatore. Penso ad Insigne, tutti lo sostengono e ciò è molto importante. Quei pochi che fanno notizia devono pensarci due volte prima di fare quei cori.
Il calcio come modo per cambiare i pensieri sulle discriminazioni? Penso di sì, è uno sport molto popolare nel mondo e può aiutare tantissimo: tocca a tutti i calciatori fare quel passo in avanti per combattere la discriminazione. Abbiamo fatto tante iniziative, possiamo farne di più per combattere il razzismo”.
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