Per la Juve Stabia al San Nicola c’è troppo Bari. La squadra di Padalino esce sconfitta dal match contro la compagine di Auteri, forte delle prodezze dei suoi attaccanti.
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er la Juve Stabia un’altra buona prestazione cui però non segue un risultato positivo. Aspetti, nel bene e nel male, su cui lavorare in vista della vicina gara col Palermo ma, soprattutto, del prosieguo di stagione.
In un match in cui foltissima era la truppa di ex, in special modo dal lato barese, era quasi scontato che potesse arrivare il classico gol dell’ex. Ad applicare una delle leggi più antiche e puntuali del calcio ci ha pensato Montalto, ex poco rimpianto nonostante la vena realizzata accesasi dopo il suo addio ai gialloblu, e il sempreverde Antenucci.
Se volessimo dedicarci ad una lettura essenziale della gara, potremmo dire che la differenza tra Juve Stabia e Bari l’hanno fatta gli attacchi. Se implacabile è stato quello pugliese, impreciso si è rivelato quello campano nonostante l’ottima mole di gioco e la personalità che non hanno difettato nemmeno al San Nicola.
I ragazzi di Padalino hanno infatti avuto subito la palla del pareggio, sprecata da Bubas, seguita poi nella ripresa da altre due nitide occasioni da rete. Parafrasando la più celebre massima di Muhammad Ali, la Juve Stabia ha volato come una farfalla senza però pungere come un’ape. In sostanza, ottima è stata la trama di gioco delle Vespe, scopertesi però senza pungiglione. Una lacuna comprensibile alla luce delle tante assenze del reparto offensivo, primo di Cernigoi e Golfo ed in cui Romero è tutt’ora costretto a fare gli straordinari.
Dovendo fare di necessità virtù in una stagione che si conferma complessa e particolare gara dopo gara, ben vengano le tante occasioni da rete, fattore positivo da cui ripartire, ma si accentua anche il ruolo che devono avere i centrocampisti. Quando l’attacco stecca gli inserimenti dei vari Vallocchia, Scaccabarozzi, Mastalli e Fantacci possono e devono essere risorse inaspettate per le difese avversarie.
Appena due i giorni per preparare il match col Palermo. 48 ore nelle quali recuperare le energie mentali e affillare nuovamente il pungiglione.