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rimo tempo supplementare della gara tra Casertana e Juve Stabia. Al minuto 94 Fabio Caserta manda in campo Daniele Paponi: qualche tifoso dei Falchetti, in tribuna, forte del proprio super attacco, ironizza chiedendo ad alta voce: “Paponi? Ma chi è?”. Il numero 10 gialloblù ci mette pochi minuti a farsi “riconoscere” dal pubblico del Pinto: assist per lo 0-1 di El Ouazni e rete personale a tempo praticamente terminato.
La parentesi, aperta e chiusa in pochi minuti, della partita del Pinto riassume in modo perfetto la carriera di Daniele Paponi. L’attaccante di Ancona ha sempre avuto e lasciato intravedere qualità, tecniche e non solo, importanti, per le quali avrebbe meritato una carriera ancor più rilevante di quella che quasi due stagioni fa lo ha portato alla Juve Stabia. Le prime presenze in Serie A, e le prime reti spettacolari, con Parma e Bologna, gli valsero il soprannome di “Scorpione”, animale in grado di essere letale nel giro di pochi secondi.
Anche a Caserta, Paponi ha mostrato il suo modo di essere micidiale per gli avversari. Giocate che lo hanno avvicinato a due degli attaccanti più importanti della recente storia stabiese: Tomas Danilevicius e Marco Sau. Per il vantaggio di El Ouazni, il numero 10 delle Vespe è infatti d’acciaio nel resistere, spalle alla porta, alle sportellate degli avversari, prima di servire alla perfezione l’accorrente partner d’attacco. L’azione che porta invece allo 0-2 è invece tutta di Paponi, che salta senza difficoltà la difesa dei padroni di casa, guarda al centro dell’area cercando l’assistenza dei compagni, scegliendo poi, giustamente, la conclusione personale. Due giocate, una alla Danilevicius (partner perfetto per la vena da bomber di Sau), ed una proprio alla Sau. Due modi differenti, ma efficaci, con cui lo Scorpione ha infettato gli avversari col suo veleno.
Giocate con cui, insieme al grande avvio di stagione in campionato, Paponi ha ancora una volta spazzato via le critiche che spesso lo vedono come bersaglio. Parole di stima assoluta per lui, le ha avute anche l’ex D.S. stabiese Vito Giordano nel corso della trasmissione Juve Stabia Live Talk Show, che ha confermato senza mezzi termini come l’attaccante delle Vespe sia un calciatore estraneo, per qualità ed intelligenza, alla Serie C.
Insomma, l’attaccante perfetto per Caserta, la punta che, se innescato sotto porta diventa letale, ma che è anche in grado di sacrificarsi, tra botte, sponde e falli, per i suoi angeli custodi: basta chiedere a Canotto, El Ouazni, Melara ed Elia quanto sia piacevole poter contare sul lavoro sporco del proprio numero 10. Non è un caso che Caserta, tra qualche sfottò e qualche battuta, si coccoli costantemente il proprio attaccante, considerandolo imprescindibile nella sua squadra, con qualsiasi modulo ed in qualsiasi match. Un animale, lo scorpione, che forse per apparenza intimorisce meno di altre bestie feroci, ma capace, con il suo veleno, di essere altrettanto letale.
Di questo passo, la “collaborazione” tra le Vespe e lo Scorpione, rischia di diventare fatale per molti altri avversari.
Raffaele Izzo