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Castellammare di Stabia

Juve Stabia, un passato che fa male – EDITORIALE

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roppa Ternana al Menti per la Juve Stabia, superata con un netto 0-3 dagli umbri, lanciati con poche preoccupazioni ormai verso la scontata ma meritata promozione in Serie B.

Dopo il pareggio molto più amaro che dolce di Foggia, la squadra di Padalino era chiamata al test più ostico per tutte le compagini del girone, il confronto con i rossoverdi tutt’ora imbattuti in campionato (14 vittorie e 4 pareggi). La sfida ha avuto storia solo per la prima parte del primo tempo: dopo il vantaggio, trovato anche grazie all’errore di Berardocco dopo i tanti tentativi respinti da Tomei, la Ternana non ha avuto problemi a sigillare la gara.

La capolista guidata da Lucarelli proprio al Menti di Castellammare ha confermato le similitudini con la Juve Stabia del 2018/19, il gruppo inarrestabile condotto da Caserta alla promozione. Nella sfidi quindi ad un avversario molto simile al proprio passato, le Vespe non sono riuscite a colmare l’evidente gap con gli umbri, complici anche defezioni annunciate e dell’ultima ora che certo ai campani non hanno fatto bene.

Non ha pagato la scelta di Padalino di aumentare il tasso tecnico della squadra arretrando Fantacci sulla mediana e schierando Golfo, che ha sprecato l’ennesima occasione della sua stagione. Va però ricordato che il tecnico, con Mastalli e Scaccabarozzi out, a centrocampo, oltre ai titolari,  aveva a disposizione il solo Bovo, appena rientrato, a disposizione (senza considerare Volpicelli, magari da sostituire nel mercato con un calciatore sul quale ci sia fiducia anche solo come alternativa di emergenza). La sensazione è però che la sconfitta non sia frutto di un dato assetto tattico  ma di una superiorità totale della Ternana.

Non era certo contro la capolista che la Juve Stabia era obbligata a fare punti ma la sconfitta potrà essere “positiva” se ben si sapranno cogliere le indicazioni che da essa arrivano. Non risponde ad un’analisi veritiera, lo dice il campo, il bilancio secondo cui questa squadra ha bisogno solo di un esterno offensivo, necessitando invece di essere puntellata in ogni reparto. Stride il rendimento del centrocampo, in cui non c’è una fonte di gioco efficace, un incursore in grado di creare imprevedibilità ed un mediano capace di offrire resistenza alla difesa.

Se lo schema con cui è stato costruito l’organico è quello delle “coppie”, come ricordato da Padalino, allora si valutino uscite di calciatori non utili al progetto e l’ingresso di più innesti, onde rispettare i limiti numerici della rosa.

Giusto è infatti ricordare che l’obiettivo stagionale dell’accesso ai playoff è a portata di mano ma altrettanto corretto è notare che, ad oggi, è una meta tutt’altro che consolidata e che può sfuggire da una giornata all’altra, perché acciuffata nell’ultima posizione utile disponibile.

Per guardare infatti ad un futuro vincente come è stato il passato, serve un presente di grande spessore.

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