Juve Stabia, la scialba prestazione di Picerno ha segnato un altro deciso passo indietro per gli uomini di mister Pochesci dopo lo scivolone interno col Crotone che pure aveva fatto vedere qualche segno di ripresa sotto il profilo del gioco.
Ovvio che mister Pochesci, al timone delle Vespe da sole due gare, c’entri ben poco con la sconfitta di Picerno ma è un dato di fatto che nella trasferta in terra lucana si sia rivista la versione più brutta della Juve Stabia: una squadra che non crea praticamente niente in attacco, non va mai al tiro pericolosamente e soprattutto subisce gol al primo errore difensivo con Mignanelli che si perde la diagonale su De Cristofaro e con tutta la linea difensiva che non fa un bella figura nell’occasione.
BASTERA’ LA CURA POCHESCI PER GUARIRE LA JUVE STABIA?
Pochesci alla vigilia del match aveva chiesto ancora una volta il giusto tempo per trasferire le sue idee di gioco ai calciatori e aveva anticipato che nel primo mese di trapasso al nuovo modulo tattico 3-4-1-2 si sarebbe sofferto.
Aggiungendo però che questa sofferenza doveva essere accompagnata dai risultati se non si voleva far subentrare la paura che non è mai un fatto positivo per una squadra in carenza di risultati positivi come la Juve Stabia.
Sorge però un dubbio che solo il tempo ci potrà aiutare a chiarire. Il materiale umano a disposizione del nuovo tecnico delle Vespe, soprattutto a centrocampo e in attacco, è tale da poter permettere a Pochesci di mettere in atto il modulo tattico a trazione anteriore 3-4-1-2? Il tutto dopo una sessione di mercato in cui la Juve Stabia non si è rinforzata, facendo registrare l’ingresso in rosa solo di tre giovani di belle speranze e nulla più (Rosa, Volpe e Moreschini).
Al riguardo, a precisa domanda del sottoscritto nella conferenza post-gara di Picerno, mister Pochesci ha affermato che il materiale umano a sua disposizione in rosa c’è ed è assolutamente adeguato alle sue idee di gioco offensivo che vuole mettere in atto. Il tecnico ha anche aggiunto che col lavoro quotidiano non si potrà che migliorare e che ben presto la Juve Stabia (quarto peggiore attacco del torneo) arriverà a segnare anche due gol a partita.
Il tempo ci dirà se queste dichiarazioni di Pochesci sono state fatte con l’obiettivo di proteggere dalle critiche i propri calciatori o se veramente il mister ritiene di avere giocatori in rosa a centrocampo e in attacco che ben presto potranno cambiare il volto di questa squadra.
Nel frattempo prendiamo atto dei numeri impietosi che hanno caratterizzato l’ultimo mese di campionato delle Vespe. Nelle ultime 5 giornate (solo le ultime due con Pochesci in panchina) la Juve Stabia sarebbe penultima con una vittoria e ben 4 sconfitte e soli tre punti conquistati al pari della Viterbese, con 3 gol fatti e 7 subiti.
Nelle ultime 5 di campionato peggio della Juve Stabia ha fatto solo la Fidelis Andria con 2 soli punti in carniere.
Inoltre nelle ultime 8 partite ben 12 gol subiti dalle Vespe ad una media di 1,5 gol subiti a partita, segno che qualcosa non va anche nella fase difensiva poiché nelle prime 18 gare del torneo si erano subiti solo 11 gol ad una media di 0,61 a match.
E nelle prime 18 partite di campionato in cui la Juve Stabia aveva subito solo 11 gol, in panchina c’era Leonardo Colucci che ha sempre sostenuto che la rosa di questa squadra era strutturata per il 4-3-3 e che probabilmente si era reso conto già in estate della mediocrità della rosa a sua disposizione ed aveva basato, a giusta ragione, proprio sulla solidità difensiva il tipo di gioco da attuare in campo.
Sia chiaro, la Juve Stabia è all’ottavo posto ancora in piena zona playoff a 36 punti, frutto soprattutto dell’ottimo girone di andata, con un +9 sulla zona playout. Ma Castellammare vuole evitare di dover rivivere finali di stagione che anche pochi anni fa hanno portato a delle amarissime code di campionato quando sembrava che la salvezza fosse ormai acquisita e invece non lo era affatto.
Imperativo categorico per le Vespe è quello di fare quanto prima quei 7-8 punti che metterebbero al riparo da qualsiasi sorpresa negativa. Per poi pensare al futuro, si spera, in modo programmatico.