Rufini: “Pochesci deve avere il tempo per trasferire le sue idee ai calciatori”

Danilo Rufini, ex centrocampista della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione "Il Pungiglione Stabiese"

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Danilo Rufini, ex centrocampista della Juve Stabia, è intervenuto nel corso della trasmissione “Il Pungiglione Stabiese” che va in onda ogni lunedì dalle 20:30 sui canali social ViViCentro.

Le dichiarazioni di Danilo Rufini sul momento della Juve Stabia sono state raccolte e sintetizzate dalla redazione di ViViCentro.it.

“Non è un momento bello questo per la Juve Stabia. C’è stato il cambio di allenatore e bisogna dargli il tempo di far capire ai calciatori il suo modo di vedere il calcio. E’ un allenatore che ha fatto sempre vedere un calcio propositivo. Le idee non gli mancano e trasferirle alla squadra non è semplice.

Non sto seguendo tutte le dinamiche interne alla Juve Stabia ma la prima cosa che vado a vedere è il risultato che ha fatto la Juve Stabia. Castellammare è una piazza che ha bisogno di entusiasmo e tutti devono dare il massimo quando si va in campo. E’ una piazza in cui il risultato viene dopo. Bisogna ricreare l’entusiasmo.

Il Taranto? Le squadre di Capuano le conosciamo e conosciamo il suo modo di interpretare le gare. In fase di non possesso darà molto fastidio. Ci vorrà la giocata del singolo e bisognerà lavorare di marcature preventive. Se non lavori bene in questo senso non fai bene perché puoi dare man forte alle sue ripartenze. Non mi aspetto una bella partita domenica prossima. Il Picerno è un’altra squadra che gioca di rimessa come avete visto ieri.

Con Castellammare ho un grande legame che dura dal 2003. I moduli lasciano il tempo che trovano. Si può giocare in ogni modulo ma l’importante è la mentalità. Il 4-3-3 ti permette di trasformarlo in un 4-5-1 in fase di non possesso. Con il 2-1 davanti invece tieni bloccati i difensori avversari che non potranno scendere mai. Il calcio comunque è fare un gol più dell’avversario.

Pochesci e Capuano nelle loro conferenze tendono a far cadere l’attenzione su di loro anche per togliere pressione all’avversario. Pochesci ha importanti idee comunque.
Ricordo la punizione battuta con gol di Ingenito al Savoia, ricordo tutto di quel periodo.

I miei allenatori? Mi piaceva la preparazione e la costruzione dal basso di Pasquino. Faceva già i braccetti come li fa ora l’Atalanta. Giacomarro è un altro allenatore da cui ho attinto molto.

Berardocco è un giocatore di qualità che detta i tempi, uno che può far girare la squadra. L’ho visto giocare molto sul corto e poco sul lungo. Il lancio illuminate e il cambio gioco senza guardare non lo fa ma è quello che mi è piaciuto di più.

La partita col Potenza e l’ultimo quarto d’ora con la Massese sono i miei ricordi più belli del periodo alla Juve Stabia.

Mi è capitato di arretrare a fare il centrale difensivo. Il problema è più quando ritorni in mezzo al campo. Se hai i piedi buoni in fase di impostazione guadagni tanto. A tre ancora meglio che a quattro perché puoi anche spingere i braccetti e dare la copertura. A 2 devi avere un compagno che fa le coperture. Ci sono pro e contro”.

 

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