Dopo tre lunghissimi mesi di stop forzato, la Juve Stabia ha ripreso insieme alla altre squadre di Serie B la rincorsa verso il proprio obiettivo stagionale.
U
na ripresa solo nelle intenzioni quella delle Vespe che, all’Adriatico di Pescara, sono rimaste inermi innanzi alla maggiore cattiveria della compagine di Legrottaglie, che ha meritatamente aggiunto tre punti alla propria classifica. Il nuovo inizio di stagione stabiese è stato all’insegna della nostalgia, “canaglia” come quella di una famosa canzone. La nostalgia dei tifosi che ha accompagnato la marcia di avvicinamento ai nuovi impegni stagionali, contando quasi le ore che nelle settimane precedenti al match separavano la Juve Stabia dal campo. La stessa nostalgia, anzi, probabilmente maggiore, si è fatta strada dopo le tre reti del Pescara; in questo caso è la nostalgia della squadra sbarazzina ed autoritaria che aveva salutato il campionato è che i tifosi vorrebbero subito rivedere sul rettangolo verde.
La gara contro i delfini ha infatti evidenziato come la squadra di Caserta ancora non abbia recuperato gli automatismi fisici e tattici compromessi dopo una sosta inaspettata e lunghissima, difficile da assimilare anche dopo settimane di ritorno all’attività agonistica. Pochi i cambi di ritmo degli stabiesi, inevitabilmente stanchi in alcuni elementi già dopo 30 minuti di gioco, come minime sono state le trame ragionate effettivamente cercate da Calò e compagni. Solo in un paio di occasioni, da fermo, proprio il futuro regista del Genoa si è reso relativamente pericoloso.
In un contesto così difficile e nuovo, gli errori dei singoli hanno avuto un peso specifico enorme, consegnando la vittoria al Pescara che, va detto, sin dall’inizio della ripresa ha puntato con decisione alla rete sblocca risultato. Macroscopiche le disattenzioni di Germoni, che ha rimarcato nel modo peggiore la sua scarsa attitudine alla fase di copertura, vanificando con un tentativo di dribbling folle e con una copertura a dir poco timida le ottime parate del solito Provedel.
Impossibile sorvolare sugli errori del terzino, che però si sono aggiunti alla prestazione non consona di tutto il collettivo, parso imballato in primis fisicamente. Senza i muscoli di Calvano, con Forte a corto di rifornimenti e Canotto non ancora in versione velocista, la Juve Stabia ha perso imprevedibilità, non creando mai, in sostanza, problemi al Pescara.
Le note positive sono quelle che arrivano dalla panchina, da cui si spera possa alzarsi in fretta proprio Calvano, e dalla quale Elia ha dato la scossa alla squadra, come era consuetudine lo scorso anno. Peccato però che in una gara già compromessa la verve dell’esterno scuola Atalanta sia servita a poco.
Diventa ora imprescindibile fare risultato piano con il quasi spacciato Livorno, prima che inizi un ciclo duro se non terribile, e senza provare più nostalgia per un passato migliore del presente.