Complessivamente positiva la stagione del ritorno in Serie C della Juve Stabia, che ha chiuso il campionato al quinto posto, salvo venire eliminata ai playoff dal Palermo.
Q
uesto il Podio Gialloblu della stagione terminata per le Vespe il 19 maggio scorso.
PODIO
Medaglia d’oro: ad Alessandro Marotta, che ha ribaltato la stagione della Juve Stabia. Spesso si dice, soprattutto in Italia che le grandi squadre hanno in primis una grande difesa; circostanza vera ma è altrettanto vero che Marotta ha mostrato come una buona squadra possa esaltarsi se ha come terminale un attaccante in grado di segnare con regolarità. 12 reti in 15 partite con la casacca stabiese e la consapevolezza di aver dato autorità e fiducia alla squadra: numeri e contributo impressionanti per Marotta, che deve essere cardine attorno cui costruire la squadra del futuro. Bravo lui e brava la Società a scegliersi a vicenda.
Medaglia d’argento: ad Andrea Vallocchia, il “piccolo Cazzola” del centrocampo delle Vespe. Alzi la mano chi si sarebbe aspettato un rendimento così determinante e trascinante da parte del centrocampista di Rieti, arrivato a Castellammare con una carico di buone speranze ma poco più. Il 21 gialloblu ha invece subito sfoggiato coraggio e strapotere fisico fondamentali in una mediana che, mai come quest’anno, ha sofferto la mancanza di muscoli e fisicità. Presente e pimpante anche in zona gol e assist, il suo guizzo sul finale ha consegnato a Marotta il rigore che ha permesso alla Juve Stabia di giocarsi il secondo turno playoff col Palermo.
Medaglia di bronzo: a Magnus Troest, che si è dimostrato Capitano con la C maiuscola proprio quando la sua esperienza stabiese pareva al capolinea. Sin dalle prime conferenze dell’ex diesse Ghinassi, il danese era posto sull’altare dei sacrificati in nome dei bilanci ma, ciononostante, Magnus non ha mai fatto mancare il suo apporto. A partire dalla prima gara stagionale, quella con la Tritium, Troest si è reso disponibile a scendere in campo, al contrario di altri compagni, pur sapendo di avere alte probabilità di andare via. Quando il suo addio non si è perfezionato, il difensore ha guidato una squadra giovane e nuova senza mai far mancare grinta e motivazioni, risultando unico punto fermo di una difesa rivoluzionata a gennaio. Sarebbe importante ripartire ancora una volta da lui.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: ad Alessandro Mastalli, la cui esperienza alla Juve Stabia si è chiusa con una stagione anonima. Per il centrocampista emiliano valgono, ma al contrario, le considerazioni fatte per Troest. Probabilmente deluso per retrocessione e permanenza in Serie C, Mastalli non è mai stato realmente determinante e, salvo pochi acuti su calcio piazzato, ha fatto vedere pochissimo rispetto alle stagioni precedenti. Triste l’epilogo che lo ha sottratto al campo con largo anticipo, nel quale non entriamo perchè non conosciamo i dettagli del suo problema fisico e della gestione dello stesso. Lascia l’amaro in bocca, per quello che Mastalli ha rappresentato, la susseguente assenza totale alle vicende della squadra, con il centrocampista mai tornato neanche ad assistere ad una gara di quelli che erano ancora i suoi compagni.
Medaglia d’argento: a Jacopo Cernigoi, privato del campo e dei gol a causa di tantissimi problemi fisici. Dal punto di vista calcistico, la stagione della punta ex Sambenedettese non è valutabile perchè il covid, le relative complicanze ed altri infortuni non gli hanno permesso di mostrare il suo valore. La sua perdurante assenza ha rappresentato una doccia gelata per il club, che aveva puntato su Cernigoi come attaccante principe della stagione. Sperando si sia trattato solo di un’annata balorda, sarebbe interessante vederlo all’opera finalmente in buone condizioni, ovviamente a condizioni (economiche) che tengano conto della stagione difficile da cui proviene. Ne approfittiamo per distaccarci dalla tanta, troppa, ironia con cui le sue vicende, a lungo complesse, sono state accompagnate.
Medaglia di bronzo: ad Andrea Bovo, la cui esperienza è stata sicuramente importante per il gruppo ma poco in campo. L’ex Reggiana, che tanto bene aveva fatto da avversario della Juve Stabia nei playoff di tre stagioni fa, era considerato un colpo di lusso per la categoria ma non è riuscito a imporsi. Forse, nelle gerarchie di inizio stagione, sarebbe stato lui il titolare designato al posto di Vallocchia, poi esploso, ma i programmi sull’utilizzo costante di Bovo sono rimasti solo teorici.