La Juve Stabia cade anche in casa, dove non si vince dalla stagione scorsa, a vantaggio del Picerno, la cui vittoria è meritata. Risultato che costa la panchina a Walter Novellino.
PODIO
Medaglia d’oro: ad Umberto Eusepi, che come a Catania va in rete capitalizzando l’unica palla giocabile avuta. L’attaccante laziale ha esperienza e senso del gol che, se fosse innescato a dovere, la Juve Stabia partirebbe o quasi con un gol di vantaggio sugli avversari ad ogni partita. Il 9 ex Pisa però è troppo spesso servito male e lontano dalla porta quindi può fare poco; ciononostante Eusepi anche oggi rimette in piedi la gara della Juve Stabia, dovendo poi recriminare per la seconda sconfitta consecutiva.
A
d eccezione dell’ariete di Tivoli, non ci sentiamo di piazzare sul podio altri elementi della rosa stabiese, oggi apparsa nella propria versione peggiore.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: a Denis Tonucci e Marco Caldore, in difficoltà persino contro un avversario che non naviga nei vertici della classifica. I due centrali, con Cinaglia ad aggiustare leggermente il rendimento del reparto, raramente vedono il pallone, rendendosi protagonisti di falli, e conseguente ammonizione, inutili ed errori su errori. Da horror l’uscita sbagliata con cui Caldore innesca la prima rete del Picerno così come è quasi impari il confronto in velocità tra Vivacqua e Tonucci nell’azione che porta al raddoppio lucano. Rendimento che non migliora nella ripresa, dove Gerardi salta indisturbato tra i centrali e Lazzari (il portiere ha facoltà di uscire in presa, giusto ricordarlo).
Medaglia d’argento: a Luca Berardocco, che naufraga nel marasma gialloblu. Se perfino il 14 perde la bussola, vuol dire che le acque della Juve Stabia sono decisamente mosse. Berardocco non riesce a gestire la palla con la consueta precisione né a servire bene Eusepi e Panico; macchia definitivamente la prestazione del regista, il “liscio” che lascia campo a Gerardi e poi a Vivacqua nel raddoppio del Picerno. La gestione alternata e mai cooperativa dei registi in rosa, Berardocco e Schiavi, ha finito per fare involvere entrambi. A proposito, cervellotica la scelta di inserire nella ripresa l’argentino come terzino, con Troest ed Esposito disponibili in panchina.
Medaglia di bronzo: a Giuseppe Panico ed Accursio Bentivegna per la capacità di estraniarsi totalmente dal gioco di squadra per cercare senza successo la soluzione personale. Entrambi a tratti irritanti, preferiscono la giocata individuale, che siano conclusioni dalla distanza alte o dribbling mal riusciti. Peccato che l’unico calciatore in grado di risolvere le partite da solo giochi a Parigi.