CHE COS’È un giornale? Qual è il confine che separa il giornalista dallo scrittore?
Registrando la prima puntata di Italian Tabloid ho provato la stessa sensazione della prima volta che ho scritto per il giornale: perché lavorare a Repubblica, per me, è stato come entrare in una sorta di officina. Un’officina singolare: dove devi imparare a misurarti con attrezzi fatti di parole, rischi di polpette avvelenate, verifiche, dibattiti, dove i materiali da lavorare sono le notizie che si inseguono su un rullo che non si ferma mani.
Sì, è stata proprio questa la mia prima sensazione quando, quasi 10 anni fa, è iniziata la mia collaborazione con il quotidiano. Io e il mio giornale siamo quasi coetanei. Sono nato il 22 settembre 1979. Il mio giornale, Repubblica, esisteva già da tre anni. Tre anni densi di avvenimenti: l’escalation delle Br, l’ascesa di Bettino Craxi, l’elezione di Karol Wojtyla, la rivoluzione dell’ayatollah Khomeini… Ancora oggi, scorrere i titoli dei fatti precedenti alla mia nascita, mi provoca uno strano effetto: quello che so l’ho appreso non perché l’ho vissuto ma perché l’ho letto. E l’ho letto su Repubblica. Ecco perché questa strana officina ha significato – significa – così tanto per me. Dopo l’uscita di Gomorra, proprio dieci anni fa, e quel libro che mi ha letteralmente cambiato la vita, è qui che mi sono formato alla disciplina che ogni officina ti richiede.
A
ncora oggi lo ritengo il mio addestramento: la lezione di Eugenio Scalfari e Ezio Mauro, oggi il rapporto con Mario Calabresi. Ecco: che cos’è un giornale l’ho imparato qui. In questo Italian Tabloid dove adesso – insieme alle altre firme del giornale, vecchi e nuovi compagni di viaggio – ci si lancia in quest’ennesima avventura. Si ricomincia con altri mezzi: video, web e narrazione. Nell’officina non ci si ferma mai.
vivicentro.it/cultura / larepubblica / Italian tabloid, i segreti dell’officina dove nascono le news di ROBERTO SAVIANO
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