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Castellammare di Stabia

Italia, maglia nera per pesca illegale nel Mediterraneo

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Scoperte reti a strascico in zone protette della Sicilia

Maglia nera all’Italia nella pesca illegale nel Mediterraneo: consente attività con reti a strascico nelle zone di novellame di specie sovra sfruttate a partire dal nasello. Lo afferma un report di Oceana che svela 41 casi potenziali di pesca Inn, ossia illegale, non dichiarata e non regolamenta, sulla base dei dati della Global Fishing Watch.

O

ceana, bollando l’Italia come il principale trasgressore nel Mediterraneo, ha identificato oltre 20 pescherecci con reti a strascico che presumibilmente avrebbero pescato per oltre 10 mila ore all’interno di un’area delimitata per proteggere novellame di nasello nello stretto di Sicilia.

Si tratta della specie più sovrasfruttata del Mediterraneo, con una media sette volte superiore ai livelli sostenibili. Il report ha rilevato anche possibili intrusioni illegali di navi straniere nelle acque che appartengono alla giurisdizione nazionale di sette paesi. Ma la legalità di queste attività di pesca non può essere verificata, in quanto la Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo non pubblica informazioni su accordi di pesca bilaterali, diversamente da altri organismi di gestione della pesca nel mondo. Questa mancanza di trasparenza, conclude Oceana, non permette di determinare se, ad esempio, le tre navi con bandiera Ue che probabilmente hanno pescato in acque soggette alla giurisdizione della Libia e della Tunisia stavano pescando legalmente o meno.

fonte: ansa.it


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