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ItalBasket: sfuma il sogno olimpico e si conferma nei suoi errori

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Italia Basket, stelle sbiadite e futuro incerto: l’1 contro 5 porta l’Italia al tracollo e la condanna a rinunciare alle Olimpiadi confermando una lunga serie di occasioni mancate.

A

ncora una volta gli azzurri si sono sciolti davanti alla partita decisiva. Nella partita più importante, con Gallinari e Datome costretti in panchina per colpa dei falli, gli azzurri si ritrovano a commettere gli errori del passato. A uscirne peggio Bargnani e Gentile, ma gli errori sono di tutti e così vanno in fumo 12 anni di attesa dall’ultima Olimpiade, quella dell’argento di Atene.

Sapevamo che sarebbe stata una partita di grande sofferenza, così è stato e la vendetta che i croati meditavano da martedì – “gara 1” giocata nel girone e vinta dall’Italia – si è consumata dopo un supplementare per cuori forti (84-78). E alla fine a Rio ci va meritatamente la Croazia, trascinata da quel fenomeno chiamato Bojan Bogdanovic.

Non si torna all’anno zero, ha osservato qualcuno, una base c’è, d’età media ancora ripresentabile, ma l’ostinazione a replicare copioni risaputi rende meno ottimisti. Le colpe, come i meriti, vanno suddivise (l’occhio critico della stampa è puntato principalmente su Bargnani e Gentile) e anche Messina ha la sua parte di responsabilità.

E’ stato certamente difficile creare un nuovo sistema di gioco e cambiare la mentalità difensiva della squadra in così poco tempo, ma la scusante (che lo stesso coach ha voluto non prendere come alibi) della stanchezza non regge – anche i giocatori delle altre squadra hanno giocato stagioni lunghe e massacranti.

A Messina va dato atto di aver puntato, a ragion veduta, sulla difesa e di aver stimolato la dedizione di tutti, che si sono applicati senza risparmiarsi. Altrettanto però va detto dell’attacco, che in tutte le partite disputate in questo mese non ha mai dato l’idea di poter avere una continuità e, se con Messico, Tunisia e squadra di non alto livello le cose potevano venire facili, all’ostacolo più duro (la Croazia in entrambe le partite), i movimenti di palla si sono ridotti notevolmente, gli assist sono diventati assoli e le collaborazioni sono diventati isolamenti.

Problema di uomini? Di guida tecnica? Probabilmente una semplice mancanza di abitudine a vincere, che porta questa generazione di potenziali campioni a doversi sempre scontrare con la dura realtà di un basket che possono governare singolarmente nei rispettivi club (perché inseriti in contesti già vincenti), ma che una volta unita insieme non riesce a produrre risultati e successi.

Come si dice: ”del doman non v’è certezza”, e nell’italBasket, del doman sembra non essercene proprio nessuna, dell’oggi quella di rimanere intruppati fra i tanti, e fra i meno bravi, come ormai va da dodici anni, l’ultimo argento di Atene 2004, ad accarezzare solo grandezze presunte.

vivicentro.it/sport/basket –  (web/repubblica/eurosoprt – foto lapresse)  ItalBasket: sfuma il sogno olimpico e si conferma nei suoi errori


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