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Insigne-Mertens, pro e contro sulla permanenza/cessione

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La bravura di un allenatore passa anche dal saper trasformare problemi e situazioni spinose in virtù e risorse; è quanto è accaduto a Maurizio Sarri, bravissimo nel gestire in questi due anni il dualismo Insigne – Mertens. Se guardiamo a qualche mese fa, avevamo in rosa due campioncini che coprivano sostanzialmente la stessa zona di campo, con un titolare atteso, Insigne, e un sostituto d’eccezione, Mertens. Spesso succedeva che alla giornata storta del primo, subentrasse il secondo, spesso risolvendo situazioni spinose, con un assist o un gol determinante. Oppure, all’inverso, che ad una ottima prestazione di Lorenzo corrispondesse un muso lungo da parte del suo eterno antagonista in squadra, costretto a guardare i lampi di genio del collega dalla panchina. Sarri si è fatto carico del problema, evitando di relegare tutto a una vendita sofferta di uno dei due. Ecco allora fare di necessità virtù: complice anche l’infortunio di Milik, si è inventato Mertens prima punta, libero di inventare sotto porta movimenti innovativi e imprevedibili; e ha consegnato la fascia di sinistra al folletto di Frattamaggiore, che ha cominciato a sfornare assist al bacio per i fortunati colleghi di reparto. Ognuno ha trovato la propria dimensione, riuscendo a dare il meglio di se stesso; sono finite le frecciatine tra i due, e le spine alimentate ad arte da qualche spiffero sfuggito dallo spogliatoio sono diventate rose. L’abbraccio, al termine della partita vinta contro l’Udinese, ha sancito un sodalizio che deve essere la base per la costruzione di un attacco atomico per il prossimo anno. Il loro allenatore ha saputo toccare le corde giuste, da vero maestro di calcio e di vita. Sorrideva sornione, guardando i suoi ragazzi incoraggiarsi e gioire dei vicendevoli successi. Dopotutto, allenare significa anche far crescere talenti. La permanenza di entrambi pare essere cosa di ore, con le pretese di Lorenzo il Magnifico praticamente accettate in blocco, e l’entourage e la famiglia di Mertens presente in tribuna. Nella speranza che il lavoro fatto per far coesistere due talenti così cristallini e simili, possa essere premiato con un contratto a vita. Dopotutto, a beneficiarne, non sarebbe solo la società, o i milioni di tifosi sparsi per il mondo; ne godrebbero anche gli esteti e gli amanti del bel calcio.

a cura di Fabiano Malacario

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