In Piemonte la Giunta si stava aumentando gli stipendi e abolito il limite delle auto blu. Ma poi ha fatto retromarcia.
In Piemonte il Governo regionale si stava aumentando lo stipendio.
Mille euro in più in busta paga, oltre all’auto blu. Un progetto di legge a prima firma Alberto Preioni, capogruppo della Lega a Palazzo Lascaris, puntava a rimpolpare i salari degli assessori, quelli messi a dieta nel 2012, quando sull’onda di Rimborsopoli (l’inchiesta sui rimborsi spese ricevuti dagli eletti alla Regione Piemonte dal giugno 2008 al maggio 2010 poi archiviata … e figurarsi, tutto legale, tanto pagano forzosamente con l’estorsione fiscale i buoi-contribuenti) si decise che chi, nella Giunta e nell’Ufficio di presidenza del Consiglio, utilizzava l’auto blu con relativo autista, avrebbe avuto una decurtazione nello stipendio di un terzo sulla parte relativa al rimborso spese. Una cifra complessiva di 3500 euro, che gli assessori dotati di autista si sono trovati, finora, ridotta – a seconda dei mesi – di 1200-1700 euro.
Con la nuova norma il rimborso sarebbe ritornato integrale e l’auto blu a disposizione. L’opposizione Pd- 5 Stelle aveva promesso battaglia contro “l’ennesimo regalo alla casta”, come lo hanno definito i pentastellati, poiché si trattava di “una norma che va nella direzione opposta al lavoro degli anni scorsi che ha portato il Piemonte ad avere il Consiglio regionale meno pagato d’Italia ” aveva dichiarato il capogruppo dei dem Domenico Ravetti. La logica infatti, a suo tempo era stata quella del risparmio, ovverosia chi usava l’auto blu aveva diritto a un rimborso inferiore. Chi si muove con mezzi propri aveva invece il rimborso pieno per l’usura e la manutenzione del veicolo e per i costi sostenuti per benzina e autostrade.
La regola del risparmio aveva retto, salvo nella contraddizione che i consiglieri regionali, soprattutto i capigruppo o presidenti di commissione che non avevano diritto all’autista finivano per guadagnare come o più del presidente della giunta o degli assessori, grazie all’interno rimborso spese. Pertanto come anche spiegava lo stesso presidente del Gruppo della Lega in Regione Piemonte “Con tutto il rispetto per i consiglieri, non ha alcun senso che guadagnino più del presidente o degli assessori. I consiglieri possono venire a Torino anche solo una volta alla settimana per il consiglio, gli assessori invece devono spostarsi sul territorio, muoversi con tempi ristretti e in modo agevole: avere l’autista non è un privilegio, ma uno strumento di lavoro” dice precisando che ” la norma non ha alcun effetto sul bilancio regionale: i soldi in più per gli assessori li ricaviamo dal taglio del 10 per cento dei budget degli staff “.
In parole povere, meno soldi per segreterie e portaborse, più soldi a fine mese per i politici. La Lega era pronta a difendere l’operazione, anche solo perché in Giunta gli esponenti del Carroccio sono sette, tutti tranne Fabrizio Ricca, in arrivo da fuori Torino e quindi di fatto costretti ad usare l’auto blu anche solo per arrivare in ufficio al mattino.
Questo fino a qualche giorno addietro. Ma poi improvvisamente c’è stata una marcia indietro. La Regione ha rinunciato all’aumento di mille euro nello stipendio per gli assessori e per il presidente Alberto Cirio. La Lega ha ritirato la proposta di legge che prevedeva di riallineare i compensi della giunta a quelli dei consiglieri.
- “Alla luce delle polemiche strumentali generate in questi giorni a mezzo stampa, che stanno provocando il fraintendimento da parte dell’opinione pubblica della ratio alla base di questa proposta, abbiamo ritenuto opportuno di ritirare l’articolo in questione, pur rivendicandone l’assoluta legittimità e la necessità di un correttivo a una disposizione che riteniamo ingiusta” spiega il gruppo regionale della Lega in un comunicato.
- “Rimanderemo il tema a una riorganizzazione più ampia dei criteri di definizione dell’indennità di coloro che rappresentano i cittadini nelle istituzioni del Consiglio e della Giunta regionale, dal momento che quelli attuali non rispettano il principio di giustizia del peso e delle effettive responsabilità dei ruoli e delle diverse funzioni” aggiungono i consiglieri regionali del Carroccio. Il centrodestra resta infatti convinto della bontà dell’operazione. “L’auto blu non è un privilegio per gli assessori – ha ripetuto in questi giorni Preioni – ma uno strumento di lavoro indispensabile per chi fa migliaia di chilometri ogni mese”.
- Anche la squadra di Giunta si è schierata compatta in difesa dell’operazione “Ce lo meritiamo” ha spiegato il vice presidente Fabio Carosso che ha gennaio ha avuto un compenso netto di 5900 euro, il compenso più magro della squadra di governo. La busta paga di Alberto Cirio, nello stesso mese, è stata di 6700, a fronte degli stipendi di un consigliere a Palazzo Lascaris che, grazie all’intera cifra dei rimborsi spese, viaggia tra i 6800 e i 7200 euro netti.
L’opinione.
Ci provano, da Nord a Sud, specialmente Isole comprese (“L’Ars costa 137 milioni all’anno”) .
Insomma, tutto rimandato in Piemonte. Seppure nasce spontaneo il ragionevole dubbio che si aspetti unicamente che passino le altre prossime votazioni di alcune regioni italiane al fine di non compromettere i risultati elettorali già ottenuti, specialmente dal centrodestra.
Come anche è da supporre non si voglia inficiare l’imminente referendum del 29 marzo 2019 sul taglio dei parlamentari, per il quale la Lega e tutto il centro destra è contraria alla riduzione (e in modo, così si dice, dissimulato parte del centrosinistra).
In merito poi a quest’ultima consultazione referendaria, ove gli italiani voteranno contro il taglio (in sostanza contro le proprie tasche analogamente al plebiscito contrario al referendum del 4 dicembre 2016 che prevedeva l’abolizione del Senato), è plausibile che conseguentemente si allargheranno e consolideranno ancora di più e dappertutto, le maglie legalizzate della annosa grande manciugghia-costituzionale che, notoriamente, c’è stata e tutt’ora in questa turlupinatrice Nazione, dallo Stato, alle Regioni, Enti e Comuni.
Però, contenti noi buoi-cittadini (quelli con i beni e redditi alla luce del sole), ovverosia di essere da decenni “cornuti e mazziati” nonché estorti fiscalmente (il pizzo legalizzato) come pure vessati (per carità tutto in modo lecito ma solo per questo si differenzia dal pizzo mafioso), contenti tutti di mantenere per legge (le norme ingannevoli propugnate annosamente da Parlamenti e Governi, nazionali e regionali, studiate da fior fiore di giuristi arruolati, a favore di caste, corporazioni e rispettive pletore di codazzi) questo costituzionale predone sistema (specialmente siciliano).
L’Italia: un generalizzato sistema pubblico-politico-istituzionale-giuridico-burocratico, nazionale e regionale, dagli scranni più alti fino all’ultimo sgabello, raffinatamente predatorio-parassitario-estorsivo-ipocrita e spesso, guarda caso, infiltrato non solo da consorterie varie ma anche dalle mafie e soprattutto dissimulato da assoldati luminari, intellettuali e media. Fino a quando durano i soldi per pagare le tasse, allo scopo di mantenere per legge innumerevoli “palazzi” e cosiddetti “diritti acquisiti”, si andrà avanti. Come se ne esce ?
Nella foto di copertina, Palazzo Lascaris, la sede del Consiglio regionale del Piemonte.
a href="https://vivicentro.it/author/sebaddu/">Adduso Sebastiano
Lascia un commento