K
arima Moual, per la STAMPA, ha cercato le reazioni delle comunità musulmane italiane allo scempio nella chiesa, sulla scia di quanto aveva scritto Massimo Gramellini sull’importanza della condanna dei jihadisti dentro le moschee ed ha raccolto, a Roma, lo sfogo di una mussulmana ed il parere dell’ imam Layachi Kamel.
Eccovi quanto ha scritto:
Punti Chiave Articolo
Tra gli arabi che vivono in Italia: “Fronte comune contro il male” KARIMA MOUAL
L’imam Kamel: “Questa è una guerra all’intera umanità”
«Assassini dell’Umanità». In un bar del centro di Roma, davanti alle immagini che scorrono in video dell’ennesimo attentato per mano jihadista, si eleva dietro al bancone, con le tazzine di caffè ancora calde, una voce strozzata, con gli occhi in piena. Nora, una giovane marocchina, mimetizzata tra i tanti clienti, scopre la sua identità musulmana, sbattendo dietro di sé la porta.
- LEGGI ANCHE: Stagione torrida. I mussulmani la rendono rovente
«Non sopporto più questo orrore – si sfoga una volta raggiunta – non sopporto più questa violenza sanguinaria, questo terrore che ci chiama tutti in causa, come musulmani, anche se in verità io non lo conosco e so che non mi appartiene». Tra i musulmani che vivono nel nostro Paese c’è un sentimento di rabbia, orrore, disgusto. Ma anche frustrazione, paura e un senso di smarrimento in questa estate macchiata di sangue che ha colpito più volte il cuore dell’Europa e ieri – attraverso l’uccisione selvaggia dell’anziano parroco Jacques Hamel – un suo simbolo preciso: la Chiesa e il cattolicesimo.
«Con quale coraggio un ministro di culto, e come se non bastasse anziano, viene sgozzato all’interno di un luogo di culto sacro – si chiede l’imam Layachi Kamel -. Che cosa diranno a Dio coloro che hanno pianificato e messo in atto un crimine così macabro? Ancora una volta, le nostre coscienze vengono scosse da notizie terribili che arrivano dalla Normandia. Questa è una guerra dichiarata all’intera umanità e va affrontata con unità e una presa di posizione netta e chiara con i giusti. In nome dei valori più autentici dell’Islam – aggiunge – dobbiamo esprimere il massimo della condanna dinanzi a questi atti terroristici e rinnovare il nostro solenne impegno a fare fronte comune contro un male inqualificabile, che vuole minare le basi del vivere comune e creare fossati tra popoli e culture».
In Italia sono più di un milione e mezzo i musulmani residenti, con famiglie e figli, e nonostante non abbia colpito il nostro Paese, l’incursione del terrorismo jihadista ha certamente cambiato la percezione della loro presenza. Lo stanno capendo sempre di più gli imam che si attivano nella sensibilizzazione della comunità che si sente accerchiata e sotto accusa. E il termometro sono le seconde generazioni che attraverso i social network firmano nero su bianco le loro condanne agli attentati, ovunque colpiscano. Si dissociano dall’orrore e questa volta con la foto del parroco Jacques Hamel, nei loro profili Facebook, e un versetto coranico che recita: «Tra la gente della Scrittura c’è una comunità che recita i versetti di Dio durante la notte, prosternandosi; credono in Dio e nell’Ultimo Giorno, raccomandano le buone consuetudini, proibiscono ciò che è riprovevole e gareggiano in opere di bene. Costoro sono tra i devoti, e ciò che hanno fatto di bene non sarà loro disconosciuto, poiché Iddio ben conosce i timorati».
«Non possono condannarci alla divisione – dice Hicham – non vogliamo pagare il prezzo del loro odio». E allora, i social network per una giornata si riempiono della foto del parroco francese seguita dai versetti del Corano che chiamano alla vicinanza tra cristiani, ebrei e musulmani. Come lo sdegno, che viaggia sul sito oumma.com, con le parole del profeta Muhammad: «Colui che fa del male a un ebreo o a un cristiano, troverà in me il suo avversario nel Giorno del Giudizio». Non la pensano allo stesso modo i jihadisti dell’Isis e nello scontro dell’Islam contro Islam purtroppo cadranno ancora molti innocenti.
Lascia un commento