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Il Senato boccia la mozione di sfiducia Fi-Lega. Renzi: “Nessun conflitto d’interessi di Boschi”

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Il premier alle opposizioni: tenetevi fango e polemiche, noi pensiamo all’Italia.

span class="nero" style="margin: 0px; padding: 0px; font-weight: bold;">L’Aula del Senato ha respinto la mozione di sfiducia al Governo presentata da Lega e Fi sulla vicenda banche

. I voti contrari sono stati 178, quelli a favore 101 e un astenuto (che in Senato vale come voto contrario). Oltre ai gruppi di maggioranza, hanno dichiarato che avrebbero votato contro la mozione di sfiducia la componente Fare! del gruppo Misto (le senatrici tosiane) ed Ala (i cosiddetti verdiniani). Si è astenuta la senatrice Serenella Fucksia (ex-M5S ora nel Misto). 

IL DISCORSO DI RENZI IN AULA  

«Voi non avete scelto di porre la mozione di sfiducia sugli atti più importanti di questo Governo», «però si scelgono le banche». Al Senato il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, inizia così il dibattito sulle mozioni di sfiducia al Governo sul Dl banche. «Tante motivazioni potevano dare ragione di presentare una mozione – dice il premier- ma si sarebbe preso atto che su questi provvedimenti l’Italia ha visto finalmente l’azione di un Parlamento capace di mettere fine alla discussione. Sono leggi dello Stato e ci hanno portato fuori dalla recessione». 

Il caso Etruria  

Su Banca Etruria – spiega Renzi – «si sta giocando partita comprensibile politicamente, ma totalmente slegata dalla realtà dei fatti: se c’era una banca già sul mercato quella era Etruria». «Questo Governo ha commissariato la Etruria come altre banche senza avere riguardo a nomi e cognomi del cda. Per noi non ci sono amici o nemici», rivendica il premier. Sul caso Boschi dice: «Non esiste un conflitto di interessi di un ministro, non esiste un conflitto d’interessi di Boschi. Questa è la realtà. Non c’è alcun conflitto d’interessi in questa vicenda ma il tentativo di aver salvato un milione di correntisti e se questo governo deve andare a casa per aver salvato un milione di correntisti fate voi, noi non avremmo mai distrutto pezzi di economia per una battaglia contro il governo», conclude il premier.  

La stoccata alle opposizioni  

«Tenetevi le vostre polemiche, aggrappatevi al fango, noi pensiamo all’Italia e la lasceremo meglio di come l’abbiamo trovata», ha detto il presidente del Consiglio in aula riferendosi a FI, Lega e M5S. Poi la stoccata diretta a Forza Italia: «Siete divisi e siete sempre meno. Oggi i giornali conteranno i no per vedere chi è decisivo ma se contassero i sì si vedrebbe che siete sempre meno perché da voi esiste oggettivamente una grande divisione». Poi il premier si rivolge al senatore Marco Marin (Fi) che nel suo intervento aveva fatto previsioni sui risultati del referendum sulle riforme e delle elezioni. Previsioni che per Renzi hanno i «connotati di un azzardo». 

I cori contro Renzi  

Cori da stadio ironici dal Movimento Cinque Stelle al termine dell’intervento del premier. Quando il presidente del Consiglio ha concluso in un crescendo il suo discorso a braccio, contro chi si attaccherà ad «ogni pezzettino di fango» pensando di sostituirsi ai giudici e al popolo che alla fine dirà con il voto se l’Italia sta meglio o peggio di come l’ha trovata il suo governo, dai banchi pentastellati si sono levati cori da curva sud all’insegna di «ale’ oh oh, ale’ oh oh» mentre qualche senatore M5S mimava il gesto dei cowboy che fanno volteggiare il lazo durante il rodeo.  

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