Il presidente della Commissione europea Juncker incontra il premier Renzi dopo mesi di polemiche e un inizio di ricucitura dei rapporti all’insegna di cinque proposte del governo italiano. Nelle quali si vuole più Europa, proprio mentre decolla il referendum sulla Brexit che – comunque vada – metterà in soffitta la Ue di oggi. Prevale l’opinione che l’eventuale uscita inglese dalla Ue sarebbe una iattura. Ma c’è anche chi pensa che un Regno Unito fuori dalla Ue non potrà più minarne la coesione. Indebolito, dovrà bussare per negoziare un accordo commerciale. E l’Unione ne uscirebbe più forte.
Nelle primarie americane, Hillary Clinton è in difficoltà con l’elettorato femminile tanto che la parità di genere – il suo cavallo di battaglia – è uscita dall’agenda politica. In attesa del Super Tuesday del primo marzo, una “Lettera dagli Usa” ci racconta come Obama le dia una mano imponendo alle imprese di fornire i dati (segreti) sugli stipendi di uomini e donne alla Commissione per le pari opportunità.
Il tanto richiesto taglio della produzione del petrolio per riequilibrare i prezzi potrebbe arrivare non dai paesi Opec o dall’Arabia Saudita ma dalle sabbie bituminose del Nord America. Dove i piccoli produttori di shale oil si sono indebitati enormemente con le banche che già fanno scattare l’allarme contagio.
Con la fine del patto di stabilità interno, i comuni possono sbloccare i pagamenti delle spese in conto capitale e utilizzare risorse finora rimaste dormienti. La maggiore capacità di spesa (stimata oltre 4 miliardi) potrebbe però non essere veramente destinata agli investimenti e perdersi in altri rivoli. Sarebbe un peccato.
In Europa oltre il 20 per cento, in Italia quasi doppia, la disoccupazione giovanile può essere contrastata – suggerisce un raffronto con altri paesi – con un mix tra programmi di accompagnamento al lavoro e incentivi occupazionali. La formazione professionale per tutti è un bluff: funziona solo su obiettivi specifici.
Abbiamo raccolto in un Dossier le analisi dettagliate che abbiamo pubblicato nelle ultime due settimane sui primi due anni di governo Renzi: che cosa ha fatto, le occasioni mancate, quel che c’è da fare.
- Le proposte fuori tempo dell’Italia all’Europa
26.02.16
Francesco DaveriNon si può andare a Bruxelles, come ha fatto l’Italia, a proporre più Europa proprio nel momento in cui decolla il referendum sulla Brexit, che comunque cambierà tutto. L’esigenza di ripartire da Eurozona e dai suoi meccanismi per non sprecare i risultati raggiunti finora. Anzi per consolidarli.
- E se la Brexit facesse bene all’Unione?
26.02.16
Paul De GrauweIl 23 giugno nel Regno Unito si terrà il referendum sulla permanenza nella UE. E per l’Unione è meglio una vittoria dei sostenitori della Brexit. Perché non è nell’interesse dell’Europa mantenere tra i suoi membri uno stato ostile allo spirito comunitario. E che persegue strategie volte a minarlo.
- Un taglio allo shale oil
26.02.16
Jacopo Brilli
Saranno gli Usa e non i paesi Opec a ridurre la produzione di petrolio? L’industria dello shale oil ha costi elevati e i piccoli produttori si sono indebitati enormemente per finanziare le campagne di perforazione. Intanto, si pensa a inasprire la legislazione per limitare l’impatto ambientale.
- Spese dei comuni: quanto vale il pareggio di bilancio
26.02.16
Massimiliano Ferraresi, Patrizia Lattarulo e Leonzio RizzoLa fine del patto di stabilità per i comuni permette di superare il blocco dei pagamenti delle spese in conto capitale e di utilizzare risorse che altrimenti sarebbero state risparmiate. La maggiore capacità di spesa sarà effettivamente destinata agli investimenti? Una stima delle cifre in ballo.
- Politiche efficaci per i giovani in cerca di lavoro
26.02.16
Francesco Giubileo e Francesco PastoreLa disoccupazione giovanile è un problema di tutta Europa. In Italia si assesta tra il 40 e il 50 per cento. Su quali servizi investire per aiutare i giovani a trovare lavoro? Vantaggi e svantaggi di programmi di accompagnamento, formazione, incentivi occupazionali e posti finanziati dallo Stato.
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