Continuiamo ad analizzare i primi due anni del governo Renzi. In realtà l’anno degli interventi importanti sul mercato del lavoro è stato il 2015, sul quale ci sono freschi freschi i dati Inps. Le 600 mila assunzioni nel privato, prevalentemente a tempo indeterminato sono in buona parte effetto del Jobs act e della decontribuzione per i nuovi assunti (con i risultati visibili nel grafico pubblicato qui). Rovescio della medaglia: la crescita economica (0,7 per cento) rimane tra le più basse d’Europa e quest’anno la decontribuzione non c’è quasi più.Sulla concorrenza il governo aveva presentato subito un disegno di legge (in attuazione di una legge del 2009 rimasta lettera morta sotto Berlusconi, Monti e Letta). Poi però il ddl, il cui iter parlamentare è ancora in corso, ha perso i pezzi sotto i colpi delle lobby. Mentre lo sviluppo della banda larga sembra decollare dopo diversi cambi di programma. Risultati a metà anche sulla promessa diminuzione di tasse. Il bonus di 80 euro, la decontribuzione temporanea sulle assunzioni a tempo indeterminato, l’abolizione della Tasi sulla prima casa sono tagli veri ma poco coerenti tra loro e fatti in deficit sotto la coperta delle clausole di salvaguardia. Sui beni culturali i fiori all’occhiello del biennio sono il progetto Pompei e 20 nuovi direttori di musei dotati di ampia autonomia. L’inversione di tendenza si scontra però con l’esiguità degli interventi (rispetto al patrimonio archeologico e artistico da gestire) e – in modo meno visibile – con una poco meritocratica assegnazione dei fondi per lo spettacolo. Mentre il Parlamento discute una revisione della legge sulloscioglimento dei comuni per mafia, vale la pena ricordare gli effetti dei commissariamenti compiuti: riduzione di spese, selezione più dignitosa della classe politica, punizione elettorale dei partiti coinvolti, influenza positiva sui territori limitrofi.
- Meno precari, ma la crescita è ancora un problema
16.02.16
Pietro GaribaldiUno degli obiettivi del governo era ridurre la precarietà. E i dati dell’Inps ci dicono che nel 2015 è in effetti diminuita. In ogni caso, un aumento dell’occupazione dello 0,5 per cento con una crescita economica dello 0,7 non è da buttare. Perché il male italiano resta sempre la ripresa debole.
- Concorrenza e mercati: i due approcci del governo
16.02.16
Michele PoloSu concorrenza e mercati, il governo Renzi ha avuto la capacità di mettere in agenda temi in rottura con il passato. Ma si è visto anche un intrecciarsi di visioni più dirigiste e approcci più liberali. I casi della legge sulla concorrenza e del piano strategico per lo sviluppo della banda larga.
- I rischi di un fisco incoerente
16.02.16
Massimo Baldini
Il calo della pressione fiscale è uno degli obiettivi principali del governo Renzi. Bonus di 80 euro e taglio dei contributi per assunzioni a tempo indeterminato puntano a ridurre il cuneo fiscale sul lavoro. Ma l’abolizione della Tasi ne contraddice la logica. Incognita clausole di salvaguardia.
- Anche la cultura fa Pil
16.02.16
Luciano CanovaNel settore cultura il bilancio dei due anni di governo Renzi è sostanzialmente positivo. Come minimo c’è stata un’inversione di tendenza rispetto agli anni passati. Avviato il grande progetto per Pompei e garantita l’autonomia ai più importanti musei. Il nodo del fondo unico dello spettacolo.
- Come cambiano i comuni sciolti per mafia
16.02.16
Gianmarco Daniele e Sergio GallettaNon ha messo fine all’influenza della criminalità organizzata sulla politica locale, ma la norma sullo scioglimento dei comuni per infiltrazione mafiosa sembra avere effetti positivi sulla selezione della classe politica. Mentre i partiti colpiti ottengono meno voti alle elezioni successive.
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