Il Romeo Menti resta tabù per la Juve Stabia, che nemmeno nel primo match del girone di ritorno riesce a centrare i tre punti nello stadio di casa.
Campionato Lega Pro, Girone C, 16/01/2016, Juve Stabia – Melfi 1 – 1
PODIO
Medaglia d’oro: a Pietro Arcidiacono, che centra il quarto gol in campionato. L’esterno siciliano si conferma fondamentale per le sorti delle Vespe, anche in un momento dove la brillantezza non è ai massimi livelli. Biccio infatti, insieme a Nicastro, con i suoi gol sta sopperendo, per quanto possibile, alla mancanza di un attaccante di livello e tenta come può di tirare fuori la Juve Stabia dalla zona pericolosa della classifica. E’ proprio il numero 7 a sbloccare il match con un bel piatto destro sotto misura che beffa Santurro e che sembra far presagire finalmente una vittoria casalinga. Purtroppo la sfortuna e le amnesie difensive si abbattono ancora una volta sulla squadra di Zavettieri, che comincia con un misero 1 a 1 un girone di ritorno che deve segnare un ritmo diverso rispetto a quello appena terminato. A prescindere dai risultati, le prestazioni di Arcidiacono sono sempre fatte di corsa, sacrificio, cuore e, sempre più spesso, assist e gol, rappresentando una delle poche certezze da cui ripartire.
Medaglia d’argento: a Luigi Carillo, autore di un ottimo esordio in campionato. Il difensore classe 1996, chiamato a sorpresa da Zavettieri a sostituire Migliorini, dimostra personalità e sicurezza nell’affiancare Polak come centrale di difesa. Raccogliere l’eredita di un predestinato come Migliorini non è certo facile, ma Carillo non accusa la pressione e si disimpegna bene tutte le volte in cui è chiamato in causa. Nonostante le lunghe leve, il giovane difensore dimostra tempismo e grinta nell’andare a chiudere più volte in scivolata i suoi avversari, scegliendo sempre il tempo giusto per l’intervento. Al contrario, Carillo sbaglia qualche lancio di troppo in fase di costruzione, ma considerando la giovane età e i margini di miglioramento, i suoi sono errori assolutamente giustificabili. Ovviamente la partenza di Migliorini impone l’arrivo di un difensore di livello, ma la partita di oggi ha dimostrato che dietro i titolari c’è un giovane centrale che potrà dire la sua e dare una grossa mano alla squadra.
Medaglia di bronzo: a Tommaso Cancellotti, nonostante l’espulsione del finale. Il cartellino rosso rimediato a partita ormai terminata potrebbe, ma non deve, andare ad intaccare la positiva valutazioni della prestazione del terzino, che si è ben disimpegnato sia in fase di spinta che di copertura. Nel primo tempo sono le sgroppate tambureggianti proprio di Cancellotti che mettono maggiormente in difficoltà i lucani; il numero 2 rifornisce di cross e passaggi i compagni d’area di rigore che solo per pochi centimetri non riescono a capitalizzare gli assist del terzino. Dal punto di vista difensivo Cancellotti tiene testa bene ad un cliente difficile come Soumarè e dimostra intelligenza nella visione del match. Nella prima frazione Cancellotti spende bene l’ammonizione che gli costa la squalifica contro il Lecce, fermando proprio l’esterno del Melfi lanciato a rete. Allo stesso modo, nel finale, è sempre il terzino umbro a bloccare con un fallo tattico l’ultimo contropiede degli ospiti innescato da una punizione battuta male da Arcidiacono. Nel complesso la partita di Cancellotti risulta positiva, anche al netto dell’espulsione ottenuta nell’interesse della squadra.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: alle troppe occasioni sciupate nel primo tempo. Le Vespe oggi hanno avuto forse il miglior approccio al match della stagione, schiacciando subito il Melfi nella propria area di rigore e creando tante palle gol. Dopo il vantaggio di Arcidiacono le possibilità di raddoppiare subito sono state molte, ma l’imprecisione, la sfortuna e le parate del portiere ospite, hanno impedito alla Juve Stabia di mettere la partita in discesa. Prima Contessa con un colpo di testa finito alto, poi Nicastro anticipato sul più bello e ancora Obodo e sempre Nicastro, nella seconda occasione dalla distanza, non sono riusciti a tramutare in gol le tante occasioni create. Anche nella ripresa le Vespe non hanno capitalizzato le occasioni create (una clamorosa sui piedi di Favasuli), rischiando di subire il gol beffa nel finale. Purtroppo la Juve Stabia ha creato così tanto solo oggi, proprio quando il nuovo acquisto Stefano Del Sante è stato messo K.O da una forte influenza prima del match. Probabilmente con l’attaccante ex Pavia in campo almeno una delle tante palle gol create sarebbe finita in rete.
Medaglia d’argento: alla paura che ha assalito la squadra di Zavettieri dopo il pareggio di Herrera. Subita la rete che ha portato il Melfi all’1 a 1, i ragazzi di Zavettieri hanno intravisto i fantasmi di una stagione tribolata e sfortunata, lasciandosi prendere dal panico e smettendo quasi di giocare. Uno stadio semivuoto e non più trascinatore, una classifica al di sotto delle aspettative, tanti uomini chiave fuori, hanno fatto il resto, mandando la squadra in confusione e facendole rischiare in più occasioni di passare in svantaggio. Per almeno 15 minuti il Melfi è arrivato palla al piede fin nell’area stabiese, prima di essere fermato o di concludere fuori misura. Proprio per arginare momenti e situazioni così difficili, diventa fondamentale il recupero di Maiorano che, se perfettamente ristabilito dall’infortunio che lo ha tenuto fuori a lungo, deve assolutamente trovare più spazio, già dalla prossima, difficilissima, gara contro il Lecce di Braglia.
Medaglia di bronzo: al duo Gatto – Gomez, del tutto inconsistente quando è stato chiamato in causa. Sia chiaro, la mancata vittoria non è imputabile ai due giovani attaccanti, ma il loro spezzone di gara è stato francamente, e per l’ennesima volta, deludente. Gomez ci fa dire sempre le stesse cose: la punta nativa di Vico non riesce mai a prendere posizione sull’avversario, facendosi sopraffare fisicamente ed in velocità. L’italoargentino non mostra mai una giocata che abbia malizia, grinta, corsa, restando invece fermo ad attendere il passaggio illuminante dal resto dei compagni. Considerazioni diverse ma stesse conclusioni per Gatto. La punta ex Hellas, al contrario di Gomez, gioca sì con malizia e determinazione, ma solo fini a se stesse. L’impegno viene messo più a battibeccare con avversari e arbitro che a portare avanti la squadra. L’atteggiamento errato è emblematico quando Gatto, nel tentativo di rincorrere un avversario in contropiede, rallenta e addirittura si ferma per calciare fuori un secondo pallone che era in campo, lasciando così campo libero all’avversario. Non ci saremmo certo aspettati la doppia cifra dalle giovani punte a disposizione di Zavettieri, ma almeno un maggiore senso di responsabilità in una situazione così difficile, sì.
Raffaele Izzo