Termina a reti bianche il big match del Menti tra Juve Stabia e Catanzaro. Un pareggio che lascia più contenti gli uomini di Fabio Caserta.
PODIO
Medaglia d’oro: a Paolo Branduani, che para il rigore più strano della sua carriera. La partita senza preoccupazioni eccessive del portiere stabiese termina al minuto 87, quando Giannone si presenta dal dischetto. Certamente il cucchiaio del 10 calabrese è efficace come una forchetta nel minestrone, ma Branduani è glaciale a vincere il duello di nervi con l’avversario, restando fermo fino all’ultimo istante e abbracciando poi il più comodo dei palloni con la stessa felicità di un bimbo che abbraccia il suo orsacchiotto. Estremo difensore in cui essenzialità ed efficacia sono parimenti alle stelle. Tra le sue mani la palla è in banca: San Paolo (spiritualmente e finanziariamente).
Medaglia d’argento: a Magnus Troest, per cui iniziano a mancare gli aggettivi. Ci sono poche certezze nella vita: una è purtroppo poco piacevole, l’altra è che il difensore danese, di piede, di testa, di spalla o anche involontariamente, ribatterà ogni pallone che gli passerà avanti. Ennesima prestazione monumentale del numero 20 della Juve Stabia, che sembra quasi non sudare più di tanto nel fermare gli attaccanti del Catanzaro. Nonostante i movimenti delle punte di Auteri portino spesso Magnus fuori dalla sua posizione classica, il Vichingo non perde mai la bussola, trovando sempre la strada giusta. Taglia XXL
Medaglia di bronzo: a Giuseppe Torromino, che comincia a colorarsi di verde. Il 25 della Juve Stabia inizia a carburare, mostrando inequivocabili sintomi delle sue qualità. L’ex Lecce parte subito forte, scappando spesso ai propri marcatori e facendosi anche trasportare da un pizzico di egoismo tipico di chi vuole sbloccarsi. Nella ripresa Hulk lascia l’egoismo negli spogliatoi, giocando da seconda punta e dispensando cross per i compagni, su tutti per Carlini e Paponi. Che la condizione giusta stia tornado si vede dalle rincorse con cui il 25 infastidisce più volte la ripartenza del Catanzaro. Toro.
CONTROPODIO
Medaglia d’oro: al calo di concentrazione finale. Unico neo nella prestazione della retroguardia della Juve Stabia, il fallo che porta al rigore di Giannone: con l’avversario che va verso l’esterno forse sarebbe stato meglio accompagnare il giallorosso, senza tentare l’intervento netto. Ferma restando la poca chiarezza dell’episodio, l’azione poteva essere gestita diversamente.
Medaglia d’argento: a Max Carlini, fuori dal ritmo partita. Prestazione eccezionalmente opaca per l’architetto della Juve Stabia, che corre dietro la palla invece di far correre la palla con la sua classe. Carlini arriva sempre con un pizzico di ritardo sulla sfera, attendendola invece di andarle incontro e riscontrando problemi nel primo controllo. Ciononostante le due occasioni più grandi delle Vespe portano la firma del 29, (quasi) decisivo anche in una serata non brillante.
Medaglia di bronzo: a Fabrizio Melara, che non trova la giocata illuminante. La lampadina dell’uomo di maggior fantasia tra i gialloblu si accende a intermittenza, con il 7 che non riesce a fornire i soliti assist regalo a Paponi. Se in avanti si vede poco, Melara è più che presente e propositivo in fase di assistenza a Vitiello, costantemente affiancato in copertura. Maturità al servizio della squadra.