La Juve Stabia schianta il Trapani nel match clou della stagione. Al Menti i siciliani crollano sotto i colpi di Carlini e Canotto, che trascinano i gialloblu alla miglior prestazione del campionato.
PODIO
Medaglia d’oro: a Luigi Canotto, semplicemente ingestibile per la difesa del Trapani. Nel match più importante della stagione va in scena la miglior prestazione del campionato dell’esterno delle Vespe, dolorosissima spina nel fianco per i siciliani. Scatta, accelera, salta l’uomo: a Canotto riesce tutto benissimo, tanto che già il primo tempo porta la sua firma. Uno splendido gol di testa, da centravanti che non è, annullato, due conclusioni su cui Dini si esalta; insomma nella prima frazione Canotto mette alle corde il Trapani per poi sferrare il colpo del k.o. nella ripresa. Furtivo, quasi alla Lupin, il 18 gialloblù stringe il denti, rialzandosi in un attimo dopo un contrasto, e nonostante il dolore, trafigge gli amaranto con la rete che fa definitivamente partire la festa del Menti. Leggero come una farfalla, letale come una vespa. Accanto a lui, sul gradino più alto del podio uno stoico Fabrizio Melara, esempio di professionalità ed esperienza. Il 7, per la seconda volta in poche settimane, mette da parte i colpi a sensazione punto forte del suo repertorio, per prendere il posto di Vitiello come terzino destro. Come avvenuto a Catania, gara sensazionale di Melara, che dimostra come a fare la differenza non sia giocare dieci metri più avanti o più indietro, quanto invece farlo con cuore, a prescindere dal resto. L’ex Benevento annulla Nzola, elemento per fisico e tecnica più temibile del Trapani, quasi non dovendo sudare più di tanto nel farlo; nessun affanno, né fisico né tattico per Melara che nel finale, tornato nella sua posizione naturale, si diverte giocando con un occhio al cronometro. Cuore oltre l’ostacolo.
Medaglia d’argento: a Salvatore Elia, carta vincente scelta da Fabio Caserta. Il tecnico della Juve Stabia rinuncia ad una delle sue certezze, schierando dall’inizio il suo giovane purosangue. Il 21 ripaga la fiducia del proprio allenatore sfoggiando una prestazione che lascia a bocca aperta, e senza voce, il pubblico del Menti. Mai una incertezza, mai paura nei suoi occhi o dubbi nelle sue idee, personalità da veterano e velocità da super eroe per Elia, che fa ammattire la squadra di Italiano. Se Canotto è Lupin, Elia è in versione Goemon, ossia letale, con i suoi movimenti, per la difesa del Trapani come la più affilata delle lame. Sua è la parabola perfetta per l’inzuccata annullata a Canotto, come del 21 è lo slalom che tiene il Menti col fiato sospeso e concluso con l’ennesimo assist della sua stagione, stavolta per la rete liberazione di Carlini. Wrooooooooom! Al fianco di Elia, la medaglia d’argento la merita anche Carlini, che reagisce all’errore dal dischetto di Bisceglie da grande calciatore: con una prestazione eccellente. Il trattamento non certo di favore che gli riserva il Trapani, non intacca la caparbietà del 29 stabiese, inossidabile nel vincere contrasti, nel far partire l’azione e nel lanciarsi nel primo pressing sul portatore di palla. Le orecchie mostrate al pubblico per sentire bene il boato a lui dedicato, dopo la rete che sblocca il match, denotano tutta la sofferenza patita nei giorni scorsi dopo l’errore in terra pugliese, sofferenza da cui è rinato più decisivo di prima. Araba Fenice.
Medaglia di bronzo: ai colossi della Juve Stabia, Magnus Troest e Lino Marzorati che annullano Evacuo e compagni. Partiamo da Lino Marzorati, tornato a splendere e ad essere leader carismatico quando più contava. Terminato il mese di marzo, particolarmente avaro di soddisfazioni per lui, autore di qualche errore di troppo nelle ultime gare, Marzorati rivede il campo dal primo minuto scrollandosi la sfortuna che ultimamente lo aveva preso sotto braccio. L’ex Prato sovrasta in ogni occasione Evacuo, che non tocca praticamente mai il pallone in modo pericoloso; a far ruggire i tifosi stabiesi, è la personalità di Marzorati, schizzata nuovamente a livelli altissimi, che porta il difensore a cercare il confronto con gli avversari anche a gioco fermo, ovviamente non in modo gratuito o provocatorio ma per reagire, al contrario, agli atteggiamenti sopra le righe dei siciliani. Insieme a lui, perfetto socio della fase difensiva, Magnus Troest, raggelante certezza nefasta per gli attaccanti avversari. Il danese giganteggia tra le maglie amaranto, adeguandosi alle linee guida dal difensore perfetto: si bada al sodo senza fronzoli perchè allo spettacolo ci pensano gli attaccanti. Il Vichingo si galvanizza nel corpo a corpo con gli avversari, che ne escono sempre sconfitti per manifesta inferiorità: dalle sue parti non si passa, sia che la palla viaggi alta che rasoterra. Il numero 20, idolo indiscusso del Menti, sotterra l’ascia solo dopo il triplice fischio di gara, scatenandosi nei festeggiamenti al cospetto dei propri tifosi. Dei dell’Olimpo.
CONTROPODIO
N
on pervenuto.