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Il mare di Napoli si surriscalda e cambia: alici extralarge

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Il mare di Napoli si surriscalda e cambia: alici extralarge e 47 specie aliene, è “boom” di pesci pappagallo. L’isoterma T = 14°C quasi sempre sotto i 700 m.

Il mare di Napoli si surriscalda e cambia: alici extralarge

Nel mar Tirreno trovavo l’isoterma T = 14°C quasi sempre sotto i 700 m, talvolta anche intorno a 800 m, valori di profondità che  hanno sorpreso. In pratica ha iniziato a scaldarsi in modo evidente anche una zona più profonda rispetto al passato

Grazie ai “ricercatori volontari” del progetto MedFever, una rete di 67 sensori-termometro sta misurando l’impatto della crisi climatica dai 5 a 60 metri di profondità.

I profili delle temperature sono stati pubblicati sulla piattaforma open source SeaNoe e sono a disposizione della comunità scientifica per studi di biologia, oceanografia, chimica, climatologia.

Già raggiunti i 25 gradi nelle acque del Golfo.

S’infuoca il Mediterraneo. E in particolare, il mar Ligure e il Tirreno.

La temperatura dell’acqua in superficie sta per raggiungere i 25 gradi e potrebbe salire ancora nelle prossime settimane.

Certamente una grande anomalia in questo periodo dell’anno: in realtà siamo ancora in primavera e il termometro indica valori da piena estate.

L’allarme è arrivato da Antonello Fiore, presidente nazionale della Società italia di geologia ambientale in occasione della giornata dell’ambiente, celebrata domenica scorsa in tutto il mondo.

E se, da un lato, la notizia non dispiace ai bagnanti che possono tuffarsi in mare senza timori di uno “shock termico”, dall’altro, preoccupa per le conseguenze sugli ecosistemi marini.

Rischi

C’è poco da ridere: le acciughe extralarge rappresentano solo un dettaglio di una faccenda molto più complicata.

«Ma le conseguenze — sottolinea Fiore — saranno anche forte evaporazione del mare con conseguenti piogge brevi e intense che causeranno allagamenti, alluvioni e frane».

E da questo punto di vista la Campania potrebbe subire conseguenze peggiori rispetto ad altre regioni.

«Non a caso — ricorda il presidente regionale di Sigea Gaetano Sammartino citando dati Iffi — in Campania sono attualmente circa 23 mila le frane censite. Queste coinvolgono quasi il 7 per cento del territorio totale. Non a caso la regione è considerata la terza più esposta d’italia al rischio di dissesto idrogeologico, dopo la Lombardia e il Veneto».

I mutamenti

Da anni, attenta osservatrice dei mutamenti indotti dal fenomeno del surriscaldamento del mare della Campania, la biologa marina Maria Cristina Gambi fornisce le dimensioni del fenomeno.

«Dal 2000 — evidenzia — si registra nel golfo di Napoli un aumento della temperatura dell’acqua pari a o,3 gradi per decennio».

E questo aumento già ha indotto un mutamento profondo della flora e della fauna marina.

«Stiamo assistendo —spiega la studiosa — all’aumento sia di alcune specie tradizionalmente presenti nei nostri mari sia di altre specie aliene. Pensate che tra alghe e animali nel mare della Campania sono state osservate 47 specie aliene».

Tra i pesci forestieri c’è il pesce flauto, così chiamato per la sua forma allungata. È una specie generalmente presente nelle aree tropicali dell’oceano Pacifico e dell’oceano Indiano fino al mar Rosso, dal quale è entrato nel Mediterraneo attraverso il canale di Suez.

Ma la tropicalizzazione del Mediterraneo non produce effetti solo nelle profondità marine.

«Sull’isola d’Ischia — rivela Antonino Miccio, il direttore dell’Area marina protetta Regno di Nettuno — è stata segnalata la presenza della Sula piedirossi, un uccello proveniente dalle zone tropicali. Naturalmente gli avvistamenti andranno suffragati da riscontri scientifici. Ma rappresentano comunque un indizio dei profondi mutamenti in atto».

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