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ovrebbe tenersi intorno alle 14:00 il vertice di governo sul documento di Economia e Finanza. La riunione, slittata ieri per il prolungarsi di alcuni impegni, servirà a sciogliere i nodi politici in vista del Consiglio dei Ministri che è stato convocato per le 16:30.
Secondo le ultime indiscrezioni, nonostante il parere contrario del ministro dell’economia, nel Def sarà citata la Flat Tax. Almeno il primo passo per l’aliquota unica sarà contenuto nel documento, sul come realizzarla però non c’è accordo tra i due partiti di governo:
- Salvini propone un primo mattone di tassa piatta al 15% per le famiglie con reddito fino a 50.000 Euro e per lavoratori dipendenti.
- Si farà con il coeficiente familiare, ha annunciato Di Maio rivendicando attenzione al ceto medio.
Tria, battuto sulle linee del DEF per la Flat Tax sulla quale comunque mantiene il punto ed afferma: ‘La flat tax? Contemporaneamente bisogna tagliare altre spese’, riesce invece a spuntarla sulla linea da tenere per i risparmiatori coinvolti nei dissesti bancari: i rimborsi viaggeranno su un doppio binario per evitare il veto della Commissione europea che consentirà rimborsi diretti fino a 35 mila euro di reddito.
Chi ha, quindi, un reddito medio basso, ovvero il 90% dei truffati secondo i calcoli del governo, potrà accedere a un rimborso forfettario diretto mentre, nel restante 10% dei casi, le richieste dovranno passare al vaglio di un arbitrato semplificato.
A questo proposito, come riportato dall’Ansa, nella norma verrà prevista la ‘tipizzazione delle violazione massive’, sia contrattuali sia extra contrattuali. Anche i vecchi azionisti potranno accedere al fondo indennizzi. L’arbitrato per coloro che restano fuori dalla corsia preferenziale sarà standardizzato e sarà prevista una procedura semplificata per cercare di abbreviare il più possibile i tempi di rimborso.
Tria poi, questa mattina, nel tentativo di minimizzare i palesi contrasti di governo, in un’intervista ha affermato che in nessun altro paese europeo c’è un governo che gode del sostegno dell’elettorato e del parlamento solido come in Italia: la maggioranza ha un grande capitale politico, ha aggiunto Tria, e quindi una grande responsabilità che deve mettere al servizio della crescita.
Questa la situazione ad ora. Per niente chiaro quindi. Unica cosa chiara è che, al solito, si continua a voler tenere insieme acqua ed olio e, per farlo, si continua a dire di stare tranquilli perchè si troverà il modo per farli amalgamare. Intanto il tutto si inserirebbe nel decreto crescita approvato ‘salvo intese’ e in un secondo momento saranno emanati i decreti attuativi.
Tutto a divenire, quindi, e tutto “salvo intese” il che vuol dire tutto e niente anche se l’esperienza del passato, fa lecitamente propendere per il NIENTE.
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