Il Movimento Cinque Stelle è tornato in piazza contro i vitalizi dopo il pronunciamento della Commissione contenziosa del Senato.
span style="font-size: 18pt;">Il Movimento Cinque Stelle sabato 15 febbraio 2020 è ritornato in piazza
E lo ha fatto per rilanciare la battaglia sul taglio dei vitalizi degli ex parlamentari. Dei vitalizi ci siamo occupati più volte da queste pagine in ultimo “31 Gennaio La Commissione Contenziosa del Senato ridarà i vitalizi ?”.
I pentastellati non scendevano in piazza dalle politiche del 2018. Da allora i consensi si sono ridotti della metà e anche più. Nel frattempo Luigi Di Maio si è dimesso da capo politico e il Movimento è ancora in attesa che i recenti cambiamenti con il “Team del futuro e i “Facilitatori” diano nuovi impulsi. Ma sembra che bisognerà attendere il referendum per il taglio dei parlamentari previsto per il 29 marzo.
Nel frattempo i Cinque Stelle hanno manifestato in Piazza Santi Apostoli, a Roma contro il ritorno dei vitalizi al Senato con circa “10mila in piazza“ secondo gli organizzatori.
“Abbiamo riempito Piazza Santi Apostoli, abbiamo occupato pacificamente anche le strade intorno per dire forte e chiaro MaiPiùVitalizi. Non è un ritorno alle origini, come qualcuno ha scritto o detto, noi non siamo mai cambiati e lottiamo ogni giorno contro soprusi, privilegi, disuguaglianze. Sono i vitalizi che provano a tornare, o meglio c’è una casta di irriducibili che con quasi 2000 ricorsi presentati alla Camera e al Senato vuole tornare a godere di pensioni super dorate a spese dei cittadini. Addirittura hanno provato a forzare la mano nel tribunale interno al Senato che deve giudicare sui ricorsi. Non glielo abbiamo consentito. Una manifestazione nata spontaneamente per iniziativa di tanti cittadini sui social è diventata anche l’occasione per rinfrescare la memoria a tutta Italia” hanno scritto i Cinque stelle sul loro Blog ufficiale.
Ma è stata anche la piazza di Luigi Di Maio, che si è riaffacciato davanti al suo popolo dopo i mesi difficili, di divisioni, di perdita di consensi e di sue dimissioni da capo politico. Il suo ingresso sul palco è stato accolto da un’ovazione mentre suonava l’inno di Mameli.
“Sono emozionato di vedervi in così tanti a riempire questa piazza e vi voglio bene sempre di più” ha detto dal palco il Ministro degli Esteri aggiungendo ” Questa è una piazza che ama l’Italia, noi siamo i cittadini che vogliono garantire a tutti eguaglianza e libertà. Noi siamo orgogliosi di essere cittadini italiani. Se oggi siamo in piazza è perché chiediamo istituzioni all’altezza dell’amore per il nostro Paese, all’altezza dei valori della bandiera italiana”. Il ministro degli Esteri ha spiegato dal palco che i 5 stelle sono scesi in piazza non solo per manifestare contro i vitalizi: “Vogliamo uno Stato in cui gli onesti vanno avanti e i furbi vengono puniti“.
“Questa è una piazza che vuole solo fare una cosa, rivendicare il nostro diritto a essere il M5S. È il valore dell’onestà che ci ha portato nelle istituzioni. Questa è una piazza che va oltre il tema dei vitalizi” ha detto il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
È intervenuta anche Paola Taverna, vice presidente del Senato e paladina anti casta, la quale è stata molto applaudita.
In chiusura alla manifestazione ha parlato Vito Crimi, attuale guida del Movimento in questa fase transitoria, il quale ha detto “Qualcuno ci ha dato per finiti e pensava di prendersi tutto quello che noi avevano tolto, ma non avevano fatto i conti con voi, con i cittadini. Oggi dimostriamo che quello che abbiamo fatto finora, non si tocca: il reddito di cittadinanza, lo spazza-corrotti, l’abolizione dei vitalizi e nessuno deve mettere il becco sulla prescrizione”.
La piazza era invasa da un’onda gialla. I cartelli prestampati erano con gli slogan tipici “non ci arrendiamo”, “fermiamo la casta”, ma anche un “no alle alleanze” sintomatico del clima in vista delle regionali. E poi c’è l’immancabile coretto “onestà-onestà”. Qualche momento di tensione c’è stato quando è arrivato Filippo Roma, l’inviato delle Iene (che con i suoi servizi fece scoppiare la grana dei rimborsi), accolto da una selva di fischi e cori non proprio aulici. In merito è intervenuto il deputato Sergio Battelli e l’europarlamentare Dino Giarrusso (ex collega di Roma) per riportare la calma. Ma si è dovuto scortare il giornalista fuori dalla piazza.
Come redazione siciliana abbiamo qui di seguito riassunto, in merito alla suddetta manifestazione, tre considerazioni di altrettanti parlamentari-portavoce siciliani, rispettivamente europeo, nazionale e regionale.
Dino Giarrusso deputato europeo “Un fiume umano, una folla di gente bella e per bene, che chiede giustizia sociale e rappresenta ancora una volta plasticamente come GLI ATTIVISTI SIANO L’ANIMA, IL CUORE, L’ESSENZA FONDAMENTALE DEL MoVimento 5 Stelle. Ribadiamo con questa MERAVIGLIOSA PIAZZA il nostro urlo civile: MAI PIÙ VITALIZI!! Se qualcuno pensa di riprendersi questo ODIOSO PRIVILEGIO, sappia che sbatterà contro la volontà nostra e della stragrande maggioranza degli italiani. Ringrazio di cuore tutti gli attivisti che hanno organizzato tutto questo, a partire da David e Sara. Noi siamo vivi, noi siamo tanti, noi siamo forti, NOI SIAMO IL MOVIMENTO CINQUESTELLE!”
Angela Raffa deputata alla Camera “Ancora una volta i giornali narrano, quando si tratta di noi, una realtà tutta loro. Per questo voglio qui scrivere quattro concetti importanti così che possiamo andare da amici, colleghi, compaesani e raccontargli noi come stanno le cose. Incominciamo con il vedere le prime pagine di oggi. Repubblica e Corriere della Sera sempre pronti ad incensare ogni evento delle sardine, non dedicano una menzione alla grande partecipazione di piazza pentastellata di ieri. Lo stesso fanno Il Mattino, La Gazzetta del Sud, Avvenire, Il Resto del Carlino, Il Gazzettino, L’Unione Sarda… Per Libero ‘volano i vaffa contro i dem’. Per il Giornale ‘E’ la piazza dell’auto-vaffa. E i 5s ci vanno in auto blu’. ‘Piazza anti casta, l’amarcord grillino’ su il Manifesto, una vignetta su Di Maio ‘bibitaro’ per il Secolo XIX. Questo invece quello che è successo. Il 20 Febbraio prossimo (niente amarcord, niente ritorni al passato), la commissione contenziosa del Senato deciderà se restituire o meno i ricchi vitalizi, che noi abbiamo cancellato. Noi siamo scesi in piazza per scongiurarlo e fare pressioni affinché questo non avvenga. Qui alcuni chiarimenti. 1. Non facciamoci prendere in giro. Se sentite parlare di ricorso, giudizio, costituzionalità… non c’è alcun tribunale o corte. E’ una commissione nominata dalla presidente del Senato di Forza Italia. 2. Non fatevi neanche ingannare da chi dice che protestiamo contro noi stessi, perché siamo al governo. Qui non c’entra niente. Non decide né il governo, né la maggioranza parlamentare. La decisione spetta a questa commissione dove ci sono esponenti di tutti i gruppi, ma la differenza la fanno un paio di componenti non parlamentari che sono stati nominati dalla Presidente. 3. Maria Elisabetta Alberti Casellati presiede il Senato perché all’indomani delle elezioni, 4 Marzo, nessuno aveva la maggioranza (il governo poi si formò a Giugno). Così la Presidenza della Camera è andata a noi, del Movimento 5 Stelle, che siamo il primo gruppo, e quella del Senato è andata alla Lega che è il secondo gruppo parlamentare più numeroso. La Lega ha deciso per il nome dell’esponente di Forza Italia. 4. Infine è bene ricordare che non è né invidia, né vendetta, né ‘anti casta’ che ci muove. Si tratta di giustizia. Qui nessuno vuole affamare né i ‘poveri’ senatori né le loro mogli. Semplicemente con la nostra riforma adesso la pensione/vitalizio viene calcolata con lo stesso metodo per cui viene calcolata a tutti gli altri cittadini, né più, né meno”.
Antonio De luca deputato regionale “Mentre gli onorevoli non rinunciano a privilegi, aerei in prima classe, stipendioni e vitalizi, a noi il viaggio in pullman insieme agli attivisti è servito a caricarci ancora di più! Mai onorevoli, sempre e solo portavoce”.
L’opinione.
Da queste pagine indipendenti si è stati e tutt’ora anche critici con i Cinque Stelle. Però, che certuni politici, specialmente del centrodestra e qualcuno di sinistra, stigmatizzino i parlamentari del Movimento, addirittura, additandoli di rubarsi questi ultimi il vitalizio in quanto pagati seppure – così definiti da un deputato di Forza Italia – “scappatidicasa”, è come se metaforicamente parlando, i mafiosi dessero dell’estortore allo Stato perché mette troppe tasse. Più in gergo c’è il detto “il bue dice cornuto all’asino”. I Cinque Stelle, a vedere di queste pagine, sono spaccati al loro interno e pure troppo avvitati in quella rispettiva piattaforma, dimenticando spesso e ascoltando poco l’elettorato territoriale. Ma di certo non risulta che da quando sono al Governo e anche prima all’Opposizione, siano mai stati inquisiti per corruzione o peggio di mafia. I concittadini molto cari a queste pagine, dei quali si rispetta sempre il voto, valutino bene di dare ancora credito ad annose forze politiche nascostamente ipocrite – se non molto peggio – e alle loro rispettive pletore di codazzi, poiché l’unico perenne dissimulato scopo di queste rafferme consorterie politiche, è di tutta evidenza e notorietà quello di arraffare e farsi mantenere con il debito pubblico, l’estorsione fiscale, il clientelismo, il voto di scambio e il mercimonio. E osservando quanto sta accadendo da qualche anno nel panorama generale italiano, viene da parafrasare le parole di un noto cantautore scomparso anni addietro: anche la generazione di chi scrive in queste pagine (come diceva della sua quel cantautore) ha perso contro il rancido quanto deviato sistema pubblico-politico-giuridico-burocratico italiano se ancora ritorneranno quelli che trasversalmente da decenni sono stati al potere in Italia, come purtroppo ci sono da sempre in Sicilia. Però, i Cinque Stelle, escano anche ogni tanto dal quel sarcofago di piattaforma o potrebbe essere il loro sepolcro.
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