Il percolato prodotto dalla decomposizione dell’umido che viene fatto stazionare nell’isola ecologica di via Fondo d’Orto, rende invivibile la zona
I residenti della zona via Fondo d’Orto chiedono immediate soluzioni
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astellammare di Stabia – Un problema sicuramente di interesse generale ma sollevato solo dai residenti nella zona circostante all’isola ecologia di via Fondo d’Orto.
Lo stoccaggio dei rifiuti e il trasbordo degli stessi, dai piccoli ai grandi mezzi e dunque il loro stazionamento nell’isola ecologica, ha provocato, e continua a provocare, fuoriuscita di percolato che, per la pendenza della pavimentazione s’incanala in un tombino e da qui in un piccolo rivolo sino raggiungere, a poco più di cento metri, il fiume Sarno e dunque il mare.
Catello Esposito, residente della zona e che nella stessa ha la sua attività di fiorista, ci ha accompagnato e vedere l’impressionante scempio ambientale che oltre a inquinare sempre più il fiume più inquinato d’Europa, rende invivibile la vita di quanti ci abitano e quanti lì intorno svolgono la loro attività. Tante sono le serre dove sono coltivati fiori e quelle a ridosso dell’isola ecologica sono state abbandonate proprio per il cattivo odore che rende impossibile stazionare e dunque lavorare.
“Questa isola ecologica – ci riferisce Esposito – proprio perché isola ecologica, non può essere utilizzata per il deposito dell’umido o per qualsiasi operazione di questo tipo. E comunque il tutto avviene nella illegalità più assoluta relativamente alla prevenzione e alla sicurezza anche per quanto riguarda i lavoratori. Grande è il nostro disagio per il cattivo odore insopportabile, per quello che appunto respiriamo ma anche per l’inquinamento acquifero di tutta la zona circostante”.
Durante l’emergenza dei giorni scorsi sono stati realizzati filmati che attestano la gravità di quanto da decenni i residenti lamentano e denunciano e, a emergenza ultima alle spalle, la situazione è diventata meno pesante ma il trasbordo è ancora effettuato e il percolato, sia pure in piccola quantità, ma con flusso quasi costante e per tutto il giorno, continua a fuoriuscire dai mezzi e raggiungere il famoso illegale tombino che porta poi nel fiume la pericolosa sostanza prodotta dalla decomposizione dei rifiuti organici.
Un’isola ecologica usata in maniera impropria dalla ditta AM Tecnology che si era assicurato un contratto tutt’altro che modesto, dichiarando in fase di assegnazione dell’appalto, di possedere un proprio sito per conferire l’umido e dunque l’ottenimento di maggiori punteggi (dodici punti in più) per l’affidamento del servizio.
Attualmente detto sito è stato affidato a un curatore giudiziario; in emergenza quel sito è stato utilizzato e, altro aspetto della questione, ci si chiede se questa situazione è stata o meno contestata alla ditta dall’Amministrazione comunale.
Questa domanda e una contestuale preoccupazione anche in previsione della chiusura del termovalorizzatore di Acerra che avverrà il prossimo mese di settembre e dunque il quesito che ci si pone è dove saranno conferiti i rifiuti.
La protesta scaturita dal disagio in cui i residenti vivono, è ancora in atto anzi “siamo in lotta e denunciamo questa situazione da decenni. – ci ha riferito un altro residente che ha chiesto di non riportare il suo nome perché preoccupato di eventuali ritorsioni – Tanti sono i sindaci che sono venuti a trovarci e a farci importanti discorsi, ma la situazione non ha mai trovato soluzioni e tutto è come venti anni fa”.
Ci siamo dovuti allontanare dal canale dove confluisce quel pericoloso liquido per una puzza insopportabile, e i cittadini hanno voluto continuare a raccontarci il loro disagio dimostrando, tra l’altro, il loro saper argomentare la questione.
Intanto stanno mettendo in ordine scritti e filmati per consegnarli alla Procura della Repubblica ma anche all’ARPA e alla Città Metropolitana.
Loro chiedono che da subito quell’isola sia utilizzata appunto solo come isola ecologica e che non ci sia più umido né in deposito e nemmeno per il trasbordo.
Pensano anche che se ci fosse stata volontà e attenzione per l’ambiente e per i cittadini il problema potava essere risolto come le norme prescrivono. Raccolta del percolato con teloni o altri meccanismi previsti, il convogliamento in adeguati contenitori per poi essere trasportato in impianti per essere opportunamente trattato.
Restano dunque mobilitati i cittadini della zona, così come dovremmo essere tutti mobilitati pensando, oltre che al disagio di quelle persone, a cosa è sversato nel nostro mare, anche se da qualche parte ogni tanto è annunciata la prossima balneazione.
Sulla questione isola ecologica e percolato abbiamo sentito telefonicamente l’assessore all’ambiente del Comune di Castellammare, Gianpaolo Scafarto che ha dichiarato di non aver visionato nessun filmato a tale proposito e che comunque il sito è regolarmente autorizzato a effettuare il trasbordo dei rifiuti dai mezzi piccoli a quelli grandi per essere poi conferiti, quando pieni, in discarica.
Un’autorizzazione – ha aggiunto l’assessore – eseguita dal dirigente del settore nella quale lo stesso si è preoccupato di riportare una serie di prescrizioni e dunque precauzioni così come la legge prescrive”.
Scafarto ci ha anche voluto precisare che tecnicamente quello che viene dai camion non è percolato perché i liquidi che si producono con la decomposizione dell’umido, per diventare percolato hanno bisogno di un tempo relativamente lungo.
L’assessore all’ambiente ci ha comunicato, che nell’immediato saranno predisposti controlli a cura della Polizia Municipale.
Noi, ma soprattutto i cittadini della zona e sicuramente tutti i cittadini, auspichiamo che il problema sia affrontato con decisione a cominciare dalla prossima assise comunale, che si terrà il 22 luglio prossimo, nel cui ordine del giorno sono previste una interrogazione e una interpellanza riguardo al fiume Sarno.
Giovanni Mura
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