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I millennials e l’Olocausto: l’erosione del tempo in cervelli incolti – VIDEO

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Oggi ricorre il “Giorno della Memoria” eppure poco o nulla sembrano conoscere i millennials stando almeno all’ultimo rapporto Eurispes dal quale, nel capitolo sull’antisemitismo, si apprende che:

“Rispetto all’affermazione che l’Olocausto degli ebrei non è mai accaduto, la quota di accordo si attesta al 15,6% (con un 4,5% addirittura molto d’accordo ed un 11,1% abbastanza), a fronte dell’84,4% non concorde (il 67,3% per niente, il 17,1% poco)”.

O

ra qualcuno punterà il dito sul fatto che “l’84,4% non è concorde (il 67,3% per niente, il 17,1% poco)”, e sbaglierà!
Sbaglierà perché l’attenzione, invece, dovrebbe essere puntata su quel 15,6% che lo negano ed annotare, con preoccupazione ed allarme, che questo dato continua ad essere in crescita continua tanto che, negli ultimi 15 anni, ad esempio, è cresciuto del 12,9% passando dal 5,7% del 2004 all’attuale 15,6%.

E non solo!

Leggendo oltre si scopre che le convinzioni sbagliate riguardano anche chi ammette che la Shoah è esistita:

“L’affermazione secondo cui l’Olocausto non avrebbe prodotto così tante vittime come viene sostenuto trova una percentuale di accordo solo lievemente superiore: 16,1% (il 5,5% è molto d’accordo), mentre il disaccordo raggiunge l’83,8% (con il 64,9% per niente d’accordo ed il 18,9% poco d’accordo)”.

Un altro 16%, dunque, che si somma a coloro che negano il tentato sterminio della comunità ebraica e, con questo dato, arriviamo ad un preoccupante e desolante 31,6% fatto da un misto di ignoranza della storia e da cieco negazionismo.

Sempre dallo stesso rapporto, inoltre, si apprende che anche lo stereotipo  che vedono gli ebrei come persone “grette” che controllerebbero il potere economico e finanziario, è in crescita e, sebbene raccolga il generale disaccordo degli italiani: il 76%, fa emergere che il 24% degli italiani sono radicati in questa convinzione.

Un quadro quindi per niente rassicurante perché evidenzia non solo che la “Memoria” storica è in continua rimozione ma, cosa ancora peggiore e maggiormente preoccupante, che nel vuoto da essa lasciata continuano a riversarsi nozioni negazioniste e pedestri stereotipi. E questo, ripeto, non è per niente rassicurante perché sarà bene ricordare, come ebbe a scrivere George Santayana, che: «Coloro che non ricordano il passato sono condannati a ripeterlo (Those who cannot remember the past are condemned to repeat it) » e questo dovrebbe far tremare i polsi di tutti e far comprendere l’importanza della corretta informazione, e dell’istruzione, fornita ai nostri millennials se vogliamo evitare un processo di regressione culturale, sociale, economico  che, prima o poi, porterà a ripetere errori del passato invece che di crescita e di rafforzamento della “civiltà” che, con lacrime e sangue, abbiamo a loro dato, e che a loro consegniamo affinché ne abbiano cura per se e per i millennials del futuro per i quali dovrebbero sentire l’obbligo morale, e la saggezza, di operare affinché possano lasciar loto un futuro migliore e non peggiore.

Continuerà questa decadenza della Memoria e della Cultura della razza umana? Non so o forse ho paura di darmi una risposta. Fatto certo è che, come si suol dire, “Se Atene piange, Sparta non ride” e questo non fa che aumentare la mia preoccupazione.

Spostandoci infatti dall’Italia agli USA (che comunque tanti morti hanno avuto nella battaglia contro il Nazismo ed il Fascismo), si nota, con ancor maggior allarme, che Il 66% dei millennials d’oltre oceano non sa addirittura che cosa sia Auschwitz, e non solo! Il 45% degli adulti e il 49% dei millennials non sanno citare il nome di nessun campo di concentramento o ghetto, e altrettanti non hanno alcuna idea di cosa sia AuschwitzBirkenau.

Sconsolante, ed allarmante!

Oggi, sia pur con le difficoltà aggiuntive messe in campo dalla pandemia del Covid-19 che, a sua volta, di strage tanta ne sta facendo in tutto il mondo, ricorre il 76 ° anniversario della liberazione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau – dove più di 1 milione di ebrei sono stati uccisi durante la guerra – nella seconda guerra mondiale.

L’evento commemora i 6 milioni di ebrei uccisi dai nazisti e dai loro collaboratori durante la seconda guerra mondiale, eppure il sondaggio di Eurispes di cui sopra ci dà il quadro preoccupante e desolante di un 15,6% di “ignavi” che, sommato ad altri buchi neri della memoria e della conoscenza, porta ad un totale di 31,6% fatto da un misto di ignoranza della storia e da cieco negazionismo al quale va ad aggiungersi la triste e desolante conferma che si ha dal sondaggio negli Stati Uniti che ha rilevato che due terzi dei millennials non sono stati in grado di identificare Auschwitz e il 22 per cento ha affermato di non aver mai sentito parlare dell’Olocausto o di non sapere esattamente cosa lo sanno.

Tutto il mondo quindi, in questa perdita di Memoria e Cultura storica, è paese. Peccato che lo è sempre più, e sempre solo, per il lato peggiore delle cose e dell’umano essere.

A conclusione di questa mia mesta ed allarmata riflessione, provo a darne Memoria invitando tutti ad informarsi (o a rinfrescare le proprie conoscenze) da fonti certe e serie per aver contezza di un qualcosa di aberrante che è avvenuto e che, se sè ne perdesse ancor più memoria, potrebbe tornare (e già sta tornando se ben si notano ed analizzano i germogli di rinascita che tanto somigliano a quelli degli arbori del Nazismo e del Fascismo).

Sempre per farne memoria chiudo con un ricordo scritto dalla Prof. Adelaide Cesarano ed un video proposto da Gaetano Lastilla:

Redazione / Stanislao Barretta

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