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Gragnano, per la moglie del ras Di Martino richiesti 7 anni e 9 mesi

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Gragnano. Una delle bande criminali più pericolose del territorio, che agivano da Gragnano a Lettere, passando per Casola di Napoli e Sant’Antonio Abate, e poi ancora verso Pimonte e Castellammare di Stabia, con qualche puntata a Vico Equense, nel Salernitano e sul versante della Costiera Amalfitana, tutte zone in cui vi sono fiorenti coltivazioni, ed intensive, di canapa indiana.

Ad oggi, finalmente è stata fatta richiesta per la pena nei confronti di A. Molinari, 52enne moglie del ras gragnanese L. Di Martino, attualmente detenuta in quanto implicata nell’inchiesta Golden Goal con vari filoni d’indagine, e del fratello Mario (46). Entrambi sono imputati nel processo d’Appello, in corso di svolgimento presso la Corte del tribunale di Reggio Calabria.

Già in primo grado era stata fatta richiesta di una condanna a 7 anni e 9 mesi e adesso la procura generale ha chiesto la conferma della pena. Le accuse per entrambi, sono le seguenti:  accusati di aver introdotto droga dalla Turchia, sfruttando in particolare alcuni canali calabresi, con particolare riferimento alla Locride. La vicenda risale a 20 anni fa, quando il boss del clan, aveva cominciato delle trattative con i clan calabresi. Sembra che la Molinari. secondo l’accusa, faceva da ‘messaggera’ tra il marito poi detenuto e il mondo esterno, insieme al fratello Mario.

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