Il governo sfiora la crisi sul decreto fiscale. Dopo il caso del condono il nodo della pace fiscale resta ed è tutto politico provocando un rialzo dello Spread ai massimi dal 2013. (ASCOLTA)
Luigi Di Maio ha chiesto un chiarimento tra alleati dopo aver denunciato l’inserimento nel decreto fiscale di alcuni punti non approvati dai 5 Stelle.
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Anche per dare un segnale ai mercati è necessario un chiarimento, dice Di Maio:
“Se il tema è politico ha bisogno di un chiarimento politico, quindi la sede giusta è il Consiglio dei Ministri, ma possiamo fare anche un vertice prima, anche perché voglio dire che lo spread è a 327 per una sola ragione, perché i mercati pensano che questo governo non sia più compatto”
La lega ha contestato questa versione e la tensione è salita tanto che è circolata l’indiscrezione su possibili dimissioni di Giuseppe Conte, notizia che in serata è stata smentita.
Intanto da Matteo Salvini, che nel pomeriggio aveva annunciato di non poter partecipare, dopo ore di scontro nel governo sul condono fiscale, ad un eventuale Consiglio dei Ministri atteso per domani, è arrivato un segnale distensivo: “se serve ci sarò” per arrivare al chiarimento chiesto da Di Maio.
Per fare buon peso in una giornata assurda, mentre in Italia accadeva questa sceneggiata, il Presidente del Consiglio era a Bruxelles per un vertice europeo e ci si è trovato in una giornata in cui, come se non bastasse, il Governo era già messo alla prova da pressioni esterne con lo spread tra titoli italiani e tedeschi che, ieri, è salito a 328 punti, il massimo dal 2013.
E’ tutto? Ma proprio per niente!
Sempre ieri, mentre accadeva quanto su annotato e lo Spread saliva come mai dal 2013, a Roma il commissario europeo Pierre Moscovici (l’ubriacone, secondo il Salvin pensiero) incontrava il presidente Mattarella, e il ministro dell’economia Tria, per illustrare i contenuti della lettera inviata dalla Commissione Europea all’Italia.
Lettera in cui si definisce “senza precedenti” la deviazione del governo rispetto agli obiettivi di bilancio stabiliti dagli Stati membri dell’Unione Commissione Europea che ha, come termine per decidere sulla manovra italiana, la fine del mese, ma una valutazione ci sarà già martedì prossimo a Strasburgo e, se L’Italia non dovesse fare marcia indietro entro lunedì, la commissione potrebbe anche respingere subito il testo di bilancio.
Ed intanto la giornata odierna si apre con lo Spread tra Btp e Bund che schizza verso l’alto (331).
Dopo i primi minuti di contrattazione ha segnato 331 punti contro i 327 della chiusura di ieri, che era già ai massimi degli ultimi 5 anni, il che conferma il nervosismo degli investitori per le tensioni nel governo e con Bruxelles.
Per quanto riguarda gli indici, Piazza Affari apre con il segno meno. In questo momento troviamo FTSE MIB a 18.847,36 (−240,17, quindi meno 1,26%), FTSE AllShare a 20.816,97 (-1,22%). Nel resto d’Europa, Parigi meno 00,4 Francoforte meno 00,6.
Sul continente asiatico borse cinesi in positivo malgrado il rallentamento del PIL nel terzo trimestre grazie agli interventi congiunti delle tre autorità di vigilanza e regolamentazione cinese: Shanghai rimbalza con intervento Pboc a +1,96%, Shenzhen va a più 2,22. Segno meno invece per Tokyo che ha chiuso in calo dello 0,56.
Sul fronte dei cambi infine, avvio in rialzo per l’euro. La moneta unica scambiata a 1,1460 sul dollaro.
E così si è chiuso il 18 ottobre 2018 e si apre il 19 ottobre 2018. In attesa di vedere come evolverà e si chiuderà, non possiamo fare a meno di recitare il nostro mantra: “Io speriamo che me la cavo”.
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