Al teatro Sangiorgi di Catania il violoncellista Giovanni Sollima dirige la sua Cello Orchestra composta da giovani allievi
Giovanni Sollima con la sua Cello Orchestra a Catania
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Al teatro Sangiorgi di Catania ben quattordici violoncelli, diretti dal funambolico maestro Giovanni Sollima, hanno suonato musica moderna, per quasi due ore, a ritmi serrati, quasi ossessivi e comunque travolgenti.
Non ci era mai capitato di aver visto o sentito un repertorio simile. Musica poco melodica, ma che ti cattura lo stesso fino a toglierti il fiato. Da restare meravigliati da tanto virtuosismo, in una realtà musicalmente periferica come Catania. Sorprese della fertile provincia italiana.
Il repertorio in programma comprendeva diversi brani di autori minimalisti americani degli anni ’60 come Terry Riley, Steve Reich, Frank Zappa nonché composizioni dello stesso Sollima.
La musica minimalista
La musica minimalista si ispira alla filosofia zen ed è costruita su ritmi regolari – come un mantra, monotoni e ripetitivi – che inducono alla meditazione per giungere all’ipnosi ed all’estasi. Il tutto condito di venature di musica pop.
Viene spontaneo accostare questo genere musicale alle danze dei dervisci turchi che ruotano indefinitamente intorno a se stessi come forma di meditazione e di astrazione dal proprio corpo, alla ricerca della fonte della perfezione metafisica.
Per chi non è addentro a manifestazioni artistiche non tradizionali, assistere ad un simile spettacolo è un grosso impegno emotivo. Perché si resta disorientati rispetto alle categorie estetiche del Bello (armonia, simmetria, orecchiabilità, …).
Affrontando una esibizione come questa – abituati per come siamo ad ascoltare Verdi, Beethoven, Mozart – non sai dire se è bello o brutto. Certo è che si tratta di qualcosa di originale e di insolito, per noi che ci accostiamo per le prime volte.
Come con la pittura moderna
Un po’ come con la pittura moderna, che spesso ci lascia disorientati – per l’assenza di forme definite e per accostamenti cromatici dissonanti – ma della quale comunque cogliamo l’originalità, senza sapercene dare una ragione a noi stessi, chiara e consapevole.
Bisogna fare uno sforzo razionale per rendersi conto che si tratta di avanguardie musicali, che hanno i loro canoni e i loro linguaggi espressivi, che sfuggono ad uno spettatore non “iniziato” alle sperimentazioni artistiche, avvezze a fare incursioni nel futuro, per semplice intuizione estetica.
Intuizione estetica
Intuizione che poi, magari più tardi nel tempo, troverà adeguata esplicazione filologica e conseguente sistemazione razionale.
Aspetto affascinante dello spettacolo sono stati i tredici violoncelli che accompagnavano il maestro, suonati da altrettanti strumentisti giovanissimi, poco più che ventenni, ma dotati di perizia strumentale e abilità tecnica da suscitare autentica ammirazione. Per loro così diligenti e dotati e per il maestro che li ha ottimamente formati.
Camerata Polifonica Siciliana
Lo spettacolo della Cello Orchestra è stato organizzato a cura della Camerata Polifonica Siciliana, ensemble corale ed orchestrale, diretto dal maestro Giovanni Ferrauto.
Lo storico teatro Sangiorgi, con le sue pregevoli sale liberty e le sue ridotte dimensioni, è stato il contenitore ideale per uno spettacolo di nicchia, rivolto ad un pubblico di musicofili che apprezzano la sperimentazione.
Pubblico composto per lo più da giovani e giovanissimi, che hanno dimostrato empatia durante l’ascolto ed entusiasmo negli applausi finali, calorosissimi e prolungati. Apprezzati dal maestro Sollima e dagli orchestrali, cha hanno ringraziato offrendo ben tre bis finali, briosi e spumeggianti.
di CARMELO TOSCANO