A Bonn ieri ha vinto il sì. Dopo un intenso dibattito di oltre cinque ore, i socialdemocratici hanno votato a favore della terza Grosse Koalition con Angela Merkel, aprendo la strada alle consultazioni. «La cancelliera dovrà trovare nuovi motivi di convergenza. Soprattutto se e quando si affronteranno le controverse questioni che interessano l’eurozona, sulle quali Martin Schulz si è molto esposto» scrive Gian Enrico Rusconi nel suo editoriale.
Grande Coalizione, c’è intesa a Berlino. Torna Angela Merkel
L
a Grande Coalizione si farà. Ma ora inizia la parte più difficile per portarla a buon fine. Controintuitivamente, una Spd divisa, ma unita e determinata nel farsi valere, sarà un partner più forte di fronte ai due partiti dell’Unione (Cdu, Csu).
Lo stretto margine con cui è stato approvato il documento concordato tra i vertici della socialdemocrazia e quelli dei partiti democristiani prevede di fatto la ripresa delle trattative. Lo stesso Martin Schulz parlando al Congresso aveva definito i contatti precedenti come «colloqui esplorativi», proprio mentre nominava la cosa più importante: «un manifesto per una Germania europea». E aggiungeva che «lo spirito del neoliberalismo deve finire in Europa e questo noi possiamo ottenerlo». «Se non ce ne occupiamo noi, non lo fa nessuno». Sono frasi forti e cariche di orgoglio, anche se non hanno costituito particolare motivo di dibattito negli interventi del Congresso che non ha insistito sui temi europei.
L’appassionato alternarsi degli interventi a favore o contro la presenza della Spd al governo ha avuto per oggetto soprattutto problemi di politica sociale interna (sperequazioni di reddito, assicurazioni malattie, formazione, ricongiungimenti familiari per gli immigrati regolari).
Ad avviso dei critici, questi problemi, rimasti irrisolti, avrebbero fatto diminuire pesantemente il consenso elettorale della Spd. E, quel che più conta per i critici, soltanto l’astensione dal governo avrebbe potuto consentire al partito socialdemocratico di riprendersi.
Da qui il dilemma su cui si è giocato il Congresso: governare logora la Spd o le offre l’unica chance per tornare ad essere visibile, riconoscibile, efficace? Qui Martin Schulz ha investito tutte le sue energie: «non faremo un governo come prima» – ha detto – ma uno radicalmente nuovo». «Governare e rinnovarsi non sono in contraddizione fra loro». È una promessa impegnativa che di fatto costringe Schulz a rinegoziare alcuni termini dell’accordo.
A questo punto, scongiurato il pericolo di una paralisi politica generale, torna in scena la cancelliera Angela Merkel. Dovrà rimettersi nella posizione di mediatrice tra i socialdemocratici e i duri della Cdu/Csu, che già nei giorni scorsi avevano anticipato che non avrebbero accettato modifiche a quanto concordato nel documento originariamente sottoscritto. La cancelliera dovrà trovare nuovi motivi di convergenza. Soprattutto se e quando si affronteranno le controverse questioni che interessano l’eurozona, sulle quali Martin Schulz si è molto esposto. Per cominciare, dovrà fare passi avanti anche l’intesa franco-tedesca, come premessa per una riforma dell’Eurozona di interesse generale, di cui tanto si parla, senza che ancora si siano viste realizzazioni concrete. Ora non ci sono più alibi.
vivicentro.it/EDITORIALI
vivicentro/Germania, torna la Grande Coalizione
lastampa/Grande Coalizione, c’è intesa a Berlino. Torna Angela Merkel GIAN ENRICO RUSCONI
Lascia un commento