N
on è scontato che il futuro di Maurizio Sarri sia Napoli, e non solo a causa della clausola. Alla base di tutto, ci sarebbe un vecchio retroscena: quello che accadde la sera di Madrid, con le dichiarazioni inaspettate del presidente De Laurentiis dopo la sconfitta col Real Madrid nonostante un’ottima prestazione. Vi proponiamo di seguito l’editoriale di Antonio Corbo per l’edizione odierna de La Repubblica dove analizza l’argomento:
E’ stato proprio il presidente a sminare il terreno. Ha parlato del contratto di Sarri, portando alla luce la peggiore insidia nascosta tra il Napoli e lo scudetto. «Io ero innamorato di Sarri e lo sono ancora di più oggi. Ha un dono: non è un rompiscatole e con lui si può parlare di tutto. Io spero che rimanga con noi altri dieci anni. Se non sarà così, ne prenderemo un altro. Ce ne faremo una ragione». Leggendo, si può immaginare la sincerità di un sospiro. La dichiarazione di Aurelio De Laurentiis è corretta. Garbata. Ma incompleta. Non c’è la promessa di un ingaggio adeguato. Manca quindi la verità su un contratto ancora da definire.
Vanno ricordate le clausole per capire meglio la partita di poker che si è aperta in settimana. A Sarri il 27 maggio 2016, dopo il secondo posto, fu raddoppiato l’ingaggio: da 700mila a 1,4 milioni. Accordo biennale che può essere rinnovato per altre due stagioni nella primavera 2018, in piena bagarre scudetto. Se il Napoli lascia libero l’allenatore, gli dà una buonuscita: un milione. Se Sarri preferisce andar via, deve pagare una penale di 8. Oggi il Napoli è lanciato verso il primo scudetto dell’era De Laurentiis. E Sarri è l’unico allenatore italiano che possa rientrare nei programmi di altre società, non a caso il suo Napoli esprime il solo calcio concreto e vincente tra giorni difficili di altri club e sfacelo della più scombinata Nazionale. Su questo scenario felicemente cambiato De Laurentiis dà le carte del primo giro in questa complicata partita. Al suo fianco, c’è l’amministratore Andrea Chiavelli, che non appare ma è noto come un abile recordman delle clausole. Accanto all’allenatore, anche lui nell’ombra, c’è l’intransigente Alessandro Pellegrini: un amico, molto più di un agente, impaziente come tutta la famiglia Sarri di firmare un contratto con un altro club. La rottura risale alla notte di Madrid, quando moglie e figli imploravano l’allenatore sconfitto di salire sul primo aereo utile e tornare a casa. Fino all’alba lo avevano convinto, poi Sarri rimise in valigia anche l’amarezza per la polemica del presidente e si riunì alla squadra.
Il poker è un esercizio di tempismo, intelligenza e cinismo. In gioco orgoglio e soldi. A che punto siamo qui? La classifica e la maturità tattica del Napoli, capace oggi di vincere anche a ritmi bassi, rendono credibile quella che era un’utopia: che vi sia un club straniero disposto a pagare tanti, ma tanti soldi. Gli 8 milioni al Napoli e l’ingaggio di tre o quattro anni a Sarri, quindi altri 15 o 20 netti. In Italia il fisco raddoppia la cifra.
Oggi l’ipotesi di un’offerta voluminosa è fondata. Il Napoli fa notizia all’estero ancora più che in Italia, ma si capisce perché. De Laurentiis sa bene che non basta prendere un altro allenatore, magari Giampaolo, perché «ce ne faremo una ragione». È imprenditore di fine intuito, naviga bene negli affari: il presidente immagina quindi la reazione della squadra che si sfalda, la delusione del pubblico, lo smacco dell’abbandono.
Ma anche Sarri, se l’impaziente Pellegrini lo aiuta a riflettere, può valutare i rischi del cambio. Il bonifico di 8 milioni al Napoli comunque riduce i suoi guadagni. C’è poi la questione tempo: un club che si svena, concede a Sarri le solite false partenze e tutto il tempo perché la nuova squadra mandi a memoria il suo calcio? E troverà i giocatori di valore ereditati dalla gestione Benitez? Avrà anche uno staff di pari qualità fra funzionari, medici e fisioterapisti? Scorbutico e di scarsa comunicazione, se la caverà come a Napoli?
Più che un vincitore e un vinto, questo folle poker dovrebbe suggerire una soluzione diversa, nel reciproco buonsenso. Un ingaggio in linea con il mercato e i risultati di Sarri. La demolizione di un contratto cupo, ingabbiato da clausole come quei tubi Innocenti che soffocano i cantieri. Un nuovo patto di amicizia e lealtà che rispetti gli interessi di tutti, e non pregiudichi il futuro del Napoli. Le carte sul tavolo sono queste. Vediamo da oggi chi tra De Laurentiis e Sarri fa saltare l’operazione scudetto.
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