“Grave lutto nel mondo della Scuola: morto Francesco Amodio, storico esponente del sindacato Cobas”.
FRANCESCO se n’è andato lasciandoci in eredità una lezione
L
a Sala Santa Chiara in piazza del Gesù, dove il 28 agosto scorso è stato esposto il suo feretro per l’ultimo, laico saluto, non riusciva a contenere tutti gli increduli e addolorati amici, compagni ed estimatori convenuti da mezza Italia, isole comprese, per rendergli omaggio.
Stroncato da una leucemia che non gli ha lasciato il tempo di predisporre i mezzi e di elaborare quelle strategie di lotta e resistenza di cui in campo politico era stato pionieristico proponente, se n’è andato Francesco Amodio, indissolubilmente legato al sindacato Cobas, di cui contribuì a definire e consolidare le linee ideologiche e le pratiche politiche, a livello nazionale e regionale, fin dalla metà degli anni ’90.
La fondazione della Confederazione Cobas fu l’approdo di una lunga militanza politica, iniziata nel ’68, da studente di Architettura e leader del movimento studentesco, e proseguita negli anni ’70 e ’80 come animatore dialettico ed entusiasta di gruppi e movimenti della Sinistra radicale.
Docente, preside di frontiera, ricercatore, membro del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione, immancabilmente presente in tutte le piazze in cui esplodessero la giusta protesta e il conflitto sociale, convinto antifascista e antirazzista, Francesco ha convogliato le sue energie inesauribili soprattutto nelle lotte per la difesa della scuola pubblica, laica e di massa dalle ingerenze di un Mercato sempre più aggressivo e interessato a snaturarne la funzione civile ed etico-culturale.
Difendere la Scuola dagli assalti dell’iperliberismo significava difenderne i lavoratori, specialmente quelli precari, preservare la libertà di valutazione e di insegnamento e supportare gli studenti, verso i quali Francesco, la cui amabilità e signorilità erano proverbiali e unanimemente riconosciute, ha sempre mostrato particolare tenerezza e attenzione, confrontandosi con loro senza paternalismi e con una freschezza che lo faceva apparire sempre “contemporaneo” alle istanze e ai linguaggi dei più giovani.
Moltissimi, dunque, sono gli studenti che ne piangono la dipartita, memori del grande,
forte sostegno materiale giuridico e affettivo che Francesco ha dato a tutti loro, indipendentemente dal gruppo di appartenenza.
Da colto e autorevole animatore del Cesp, il Centro Studi per la Scuola Pubblica, poi, Amodio ha stimolato intelligentemente la riflessione e l’autoanalisi degli insegnanti su cruciali questioni metodologiche e didattiche, da convinto assertore della natura intrinsecamente “politica” di ogni atto a largo raggio educativo.
Il mondo napoletano dell’antagonismo politico e sociale, inoltre, ha perso con lui un felice mediatore tra frange e formazioni spesso divise nelle prassi, anche se unite negli obiettivi generali. La sede Cobas di Napoli, infatti, è spesso stata luogo privilegiato di incontro, chiarificazione e conciliazione delle diverse identità e prospettive di movimento.
La morte di Francesco, specie in questa terribile congiuntura politico-istituzionale, è sicuramente un trauma per tutta la sinistra alternativa. Sta a noi Cobas e a tutti i compagni che con lui hanno portato avanti le ragioni dell’opposizione sociale costruita dal basso, nelle piazze e nelle assemblee, rovesciare quello che potrebbe essere percepito come il sigillo della fine di un’epoca in un nuovo programma di resistenza attiva, da condurre, tutti insieme, nel solco del suo magistero esemplare e prezioso.
Grazie, Francesco!
Marcella Raiola
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