Castellammare di Stabia, ieri, domenica 21 gennaio, in via Surripa 43, si è tenuta l’inaugurazione dell’open space “Tenda”, un’opera segno, uno spazio che si apre umanamente al territorio
Ieri, domenica 21 gennaio alle ore 19.00 in via Surripa 43, si è tenuta l’inaugurazione dell’open space “Tenda”. La Tenda è un’opera segno, che celebra i 10 anni di attività della Comunità Tabor e prende vita dalle sollecitazioni e dalle ispirazioni del Giubileo della Misericordia. Si tratta di uno spazio polifunzionale che si apre umanamente al territorio per fornire assistenza gratuita a chi è in stato di bisogno, ma volge lo sguardo alla città intera, mettendosi a disposizione di tutti quelli che hanno un’idea da realizzare e condividere: giovanni, parrocchie, adulti, associazioni e a chi vuole cambiare il mondo.
La redazione di VIVICentro è stata presente all’evento e ha avuto la possibilità non solo di poter immortalare la testimonianza del Vescovo Francesco Alfano, ma anche del Sindaco della città di Castellammare di Stabia Antonio Pannullo. L’augurio del Mons. Alfano è che questo progetto possa essere non un’esperienza del momento ma uno stile che possa suscitare anche altro, nei cuori e nelle menti di tutti gli stabiesi, giovani e adulti. Il Sindaco Pannullo si accoda alle parole del Vescovo, ma aggiunge che è importante è che continui ad esserci sempre un incontro di sinergie tra le istituzioni e la comunità cittadina.
La Redazione ha anche incontrato colui che è dietro a questo grande progetto e che da sempre guida il cammino della Comunità Tabor di Castellammare di Stabia, il parroco della Chiesa Maria SS. Del Rosario alla Starza, don Fabio Di Martino, al quale è stato possibile fare delle domande.
Come nasce il progetto la “Tenda”?
Il progetto Tenda nasce con una ricerca cominciata tantissimi anni fa, 10 anni fa con esattezza e nel cuore ci siamo sempre portati un desiderio, un sogno, quello di realizzare una struttura dove ognuno, in maniera particolare, ogni giovane possa sentirsi a casa sua. Non a caso il progetto prende il nome di Tenda, perché non solo è un’immagine biblica, è la casa di Dio in mezzo alle nostre case ma è anche il luogo dove una persona di racconta, si accampa, si ritrova, una sosta per riprendere il coraggio e ripartire da capo.
Quali sono le finalità di questo open space?
L’open space e il concetto che abbiamo voluto attribuire alla struttura è proprio di apertura a chiunque sul territorio abbia bisogno, non solo di uno spazio fisico delimitato, ma soprattutto di uno spazio che allarghi il cuore e che metta insieme risorse e carismi.
Dopo i recenti avvenimenti a Napoli ma anche a Castellammare, in riferimento al fenomeno delle baby gang e delle varie sparatorie che sono successe di recente sul territorio, quale messaggio vuole lanciare ai giovani, che sembrano aver perso la strada?
Io vorrei mandare questo messaggio, e lo dico non solo da Prete, ma anche da prete giovane, non lasciatevi illudere da tutto quello che luccica. Non scegliete la strada più semplice che vi promette isole felici. Unitevi a noi e non isolatevi. Il male c’è ma c’è anche tanto bene, e la Tenda può essere un piccolo seme che è capace di accogliervi, per metterci insieme e ci da la possibilità di stare insieme. Di stare insieme non nella violenza, ma nella fraternità, perché la violenza porta altra violenza ed io sono sicuro che nel cuore di ogni uomo c’è un seme di bene che deve maturare e portare i suoi frutti.
Di seguito alcuni scatti dell’evento, a cura di Antonio Gargiulo
a cura di Vincenza Lourdes Varone
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