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Formula Uno, cosa ha veramente portato l’eliminazione del party-mode?

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Formula Uno, cosa ha veramente portato l’eliminazione del party-mode?

 

Dopo la gara pazza di Monza, la domanda sorge spontanea: l’eliminazione delle mappature da qualifica ha davvero cambiato qualcosa in Formula Uno? Difficile da dire, soprattutto vedendo e analizzando come si è svolto il Gran Premio d’Italia: prima della safety car e della penalità inflitta a  Hamilton, il sei volte campione del mondo era  leader indiscusso del GP. Chi invece ha avuto e manifestato  grandi difficoltà è stato senza dubbio l’altro pilota Mercedes: Valtteri Bottas. Il finlandese ha chiuso quinto con la sua monoposto senza riuscire a sorpassare  e mettere pressione alla vettura che aveva davanti, ovvero la McLaren di Norris. Difficoltà che si sono viste sia in Red Bull, con la gara di Verstappen da dimenticare, sia in Renault che non ha dato le stesse garanzie viste in Belgio dove Ricciardo e Ocon tagliarono il traguardo in quarta e quinta casella.

 

E la Ferrari?

Che notizie invece ha dato alla Ferrari l’eliminazione del party mode? Nessuna. In particolare la gara. “La peggior conclusione di un weekend difficile” ha spiegato il team principal della Rossa Mattia Binotto. La qualifica più che dare notizie in realtà ha dato solo certezze: più del Q2, con questa vettura, non si può fare. Però ammettiamolo: l’opportunità domenica  di rialzare la testa con Charles Leclerc c’è stata, anche se, non è andata a buon fine.

 

Ora tutti al Mugello

E ora proprio le opportunità non devono essere sprecate. Domenica c’è il Mugello. Lì capiremo che cosa veramente ha portato l’eliminazione delle mappature da qualifica e se può cambiare qualcosa dal punto di vista delle gerarchie e, perché no, continuare a vedere una gara come a Monza: pazza, ricca di emozioni come quelle di Gasly, ma anche come quelle di Sainz quasi in lacrime non per la conquista del secondo posto… ma per aver sognato il gradino più alto del podio.

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