Formigoni si è costituito spontaneamente nel carcere di Bollate dove dovrà scontare 5 anni e 10 mesi
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’ex presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, ha preferito recarsi spontaneamente al penitenziario senza aspettare che i carabinieri eseguissero il provvedimento di esecuzione della pena firmato questa mattina dalla Procura generale di Milano.
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Formigoni si è costituito in carcere a Bollate
L’ex presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni è entrato nel carcere di Bollate alle porte di Milano per scontare la condanna a 5 anni e 10 mesi che gli è stata inflitta dalla Cassazione per la vicenda Maugeri-San Raffaele. L’ex governatore è stato condannato ieri in via definitiva. La difesa ha depositato un’istanza per chiederne la detenzione domiciliare, ma la Procura Generale di Milano sarebbe orientata a dare parere negativo
Formigoni quindi è entrato nel carcere di Bollate (Milano), per scontare la condanna in via definitiva a 5 anni e 10 mesi per il caso Maugeri-San Raffaele, accompagnato in auto dal suo legale. L’ex presidente della Regione Lombardia, seduto sui sedili posteriori di una Bmw Gt colore grigio scuro metallizzato, vestito con un cappotto scuro, è entrato senza fermarsi dalla porta carraia e si è poi avviato a piedi verso l’ingresso.
I giudici hanno sostanzialmente confermato la sentenza di secondo grado e di fatto accolto le richieste fatte dal Pg Luigi Birritteri. In appello l’ex presidente della Regione Lombardia aveva avuto sette anni e sei mesi.
Il verdetto è arrivato dopo poco più di tre ore di camera di consiglio e la dura requisitoria del procuratore generale della Cassazione Luigi Birritteri, che ha sottolineato l’ “imponente baratto corruttivo” che ha visto Formigoni tra i protagonisti.
In suo favore gli ermellini hanno ritenuto prescritto un capo di imputazione riguardante la corruzione rispetto al crack dell’ospedale San Raffaele. La condanna più pesante per il caso Maugeri è stata inflitta all’ex direttore amministrativo della Fondazione, Costantino Passerino, che ha preso 7 anni e 7 mesi, mentre l’imprenditore Carlo Farina ha avuto 3 anni e 4 mesi. Il ricorso di Carla Vites, che chiedeva di essere prosciolta, è stato invece ritenuto inammissibile.
Intanto la difesa ha depositato un’istanza per chiederne la detenzione domiciliare, ma la Procura Generale di Milano sarebbe orientata a dare parere negativo
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