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Pandemia Covid-19: si riaccendono focolai su tutta la Penisola

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Pandemia Covid-19: si riaccendono focolai su tutta la Penisola

I

n questi mesi abbiamo assistito ad un vivace dibattito tra studiosi circa il futuro della pandemia in corso. Le opinioni si sono fronteggiate in modo spesso polemico. Con relative prese di posizioni delle varie tifoserie al seguito. Giornalisti, mass media, social, opinione pubblica, si sono interrogati sul significato da dare alle varie scuole di pensiero che si sono di volta in volta manifestate.

L’infezione da Covid-19 è praticamente sconosciuta alla classe medica, che si è trovata quindi sprovvista di armi idonee per contrastarla. Come diagnosticarla, come curarla, che previsioni fare circa la sua evoluzione, sono tutti terreni sconosciuti ed inesplorati. Inevitabile che si manifestassero orientamenti ed opinioni diverse tra i medici chiamati a fronteggiare una infezione sconosciuta. In ambito scientifico la divergenza di opinioni è fisiologica e stimola il dibattito alla ricerca delle conoscenze, che man mano in questo modo si consolidano. Ma esporle al grande pubblico dei non addetti ai lavori, crea disorientamento. Infatti, in molti gridano allo scandalo perché i medici “ si devono mettere d’accordo tra loro”. Non sanno che l’accordo si raggiunge col tempo, man mano che l’acquisizione di nuovi dati fa aumentare le conoscenze sull’argomento.

Medici e virologi si sono suddivisi in due gruppi: gli ottimisti – che si riconoscono nel prof. Alberto Zangrillo del San Raffaele –  affermano che ormai la pandemia ha quasi esaurito la sua carica mortifera,  mentre i prudenti – dei quali il prof Crisanti è un riferiemnto – raccomandano di non cantare vittoria, fino al trascorrere del prossimo inverno. In queste settimane sappiamo che in Italia ci sono una decina di focolai che riemergono con decisione. Nei mesi scorsi il distanziamento fisico tra persone, le mascherine, l’igiene diligente delle mani hanno arginato il contagio. Arrivata l’estate, la voglia di vacanze e di spensieratezza hanno fatto calare la vigilanza, individuale e sociale. Ed il virus ritorna a fare capolino, qua e là. Come un fiume carsico, che viaggia nelle viscere della terra e poi, improvviso, riaffiora in superficie ad imporre la sua impetuosa presenza.

Noi crediamo che il virus viaggi sottotraccia e ci vuole un nonnulla per ritrovarci in mezzo al divampare di un accenno di incendio. Che se non viene presto isolato può propagarsi come nulla. Il caso del focolaio in Veneto ne è la drammatica dimostrazione. Tutti abbiamo ammirato e lodato la saggezza pragmatica della regione Veneto nel gestire l’epidemia. Grande ispiratore il prof. Andrea Crisanti, microbiologo dell’università di Padova. Ma è bastato che un imprenditore positivo al Covid-19 non rispettasse le buone regole della prudenza ed ecco che un nuovo, inaspettato focolaio si ripresenta in provincia di Vicenza.

Il presidente Zaia si dice “incazzato” e ne ha ben donde. Egli addirittura invoca il ricovero coatto per chi rifiuta le cure e l’inasprimento delle multe pecuniarie per chi non rispetta le prescrizioni sanitarie di contenimento della pandemia.

Inutile dire che il dibattito tra le due scuole di pensiero, ottimisti-negazionisti e prudenti-catastrofisti sia destinato ad infiammarsi nuovamente. Si fronteggiano due visuali che tengono conto di due fattori diversi: salute ed economia. Se si mette in primo piano la salute, si rischi di far crollare l’economia. Ed in questo periodo il settore turismo (10% del PIL) langue e piange miseria. Se si mette in primo piano l’economia, il rischio è che le misure preventive, per esigenze lavorative, vengono allentate e il Covid-19 può continuare indisturbato a fare la sua opera devastatrice.

Per ultimo c’è da osservare che le persone cominciano ad essere stufe. Desiderano e sperano che tutto finisca presto, illusi di essersi lasciati alle spalle il peggio. Complice la stagione balneare si abbasserà la guardia, mollando mascherine e partecipando ad allegri assembramenti festaioli, viaggiando in tanti su una stessa vettura…

I vari focolai di pandemia dovrebbero, invece, suggerirci di mantenere la prudenza e di non buttare alle ortiche le tre buone regole: mascherine, distanziamento, igiene. Purtroppo la dura regola sarà: chi si protegge si salva e chi non si protegge rischia grosso.

Aspettando il generale inverno, che non sappiamo cosa ci riserverà, con la sua azione mortificante sulle nostre vie aeree, a causa del freddo.

 

Carmelo TOSCANO

 

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