Il Priore di Santa Croce Paolo Bocci, si oppone al tradizionale Concerto in Basilica, per la commemorazione dell’anniversario della morte di Mozart
FIRENZE: Santa Croce vietata al massone Mozart?
Firenze è particolarmente cara agli Italiani per i suoi tesori artistici ma anche perché, “in un tempio accolte serba l’Itale glorie”: la Chiesa di Santa Croce, dove il 5 dicembre di ogni anno si tiene un concerto di musica sacra aperto gratuitamente ad un pubblico di circa 1500 spettatori. Per commemorare la morte di Mozart che cade proprio in questo giorno e per commemorare tutte le vittime della pena di morte che in Toscana venne definitivamente abolita dal Granducato il 30 novembre del 1786.
Quest’anno erano in programma due composizioni: il Requiem e l’Ave Verum Corpus, che il geniale Wolfgang Amadeus aveva scritto nel 1791 per la solennità del Corpus Domini.
Ma i Padri Cappuccini, che sono i curatori della basilica, quest’anno si sono messi per traverso contro il concerto mozartiano, per bocca del loro priore, Paolo Bocci. Egli sostiene che questi brani non sono adatti al tempo di Avvento e non li vuole nella “sua” chiesa.
P
rogramma già stabilito, manifesti stampati, ma non c’è stato nulla da fare: Mozart è un fratello massone e deve stare lontano dalla chiesa. Anche da morto. Bella tolleranza e bella carità cristiana, tanto sbandierata. La stampa cattolica ha cercato di mettere una pezza, sostenendo che sono due brani non adatti al periodo natalizio. Ma noi crediamo che non sia vietato commemorare i Morti che lo meritano, anche sotto Natale. E santa Croce è per eccellenza un sacrario di uomini illustri, cui tutti andiamo a rendere omaggio, in ogni periodo dell’anno.
Ci sembra che la posizione ufficiale della gerarchia sia quella di non perdere occasione per ostracizzare e marcare identità, ormai superate.
Al priore Boccia vorremmo ricordare che se vieta Mozart perché massone, la prossima volta che si becca un’infezione – Dio non voglia! – deve ricusare di curarsi con la penicillina. Perché lo scopritore è stato sir Alexander Fleming, noto massone. E dovrebbe evitare di far leggere ai suoi seminaristi le pagine del libro “Cuore” perché scritte da un certo Edmondo De Amicis, massone e proibire parimenti la lettura de “Le Avventure di Pinocchio” perché scritte da un altro inaffidabile massone che si chiamava Carlo Lorenzini, meglio conosciuto come Collodi. E per tornare all’argomento salute, se il padre Boccia si ammalasse – sempre Dio non voglia ! – e dovesse fare qualche accertamento diagnostico che usa la complessa fisica dell’atomo – esempio una PET – è meglio che si rifiuti, perché se si documentasse verrebbe a scoprire che il pioniere degli studi sull’atomo fu un italiano, Enrico Fermi e per giunta massone!
Potremmo continuare l’elenco ma è inutile. Noi crediamo che la tolleranza sia la virtù che consente agli uomini di coabitare pacificamente nella società, rispettando le opinioni di tutti. La tolleranza genera comprensione per le diversità e concordia degli animi. E di questa concordia oggi dobbiamo farci tutti operatori pacifici e lungimiranti.
Intanto, però, il risultato del diniego del priore fiorentino è che in Santa Croce potevano assistere gratuitamente circa 1500 spettatori ad un concerto di alta spiritualità, nella solennità della casa di Dio, che dovrebbe essere di tutti. Adesso, con la soluzione di ripiego escogitata dall’Opera di Santa Croce, a gestione laica, il Concerto viene spostato nel Cenacolo del complesso monastico che può ospitare circa 300 persone. A pagamento, per giunta.
L’ “ardua sentenza”, non ai posteri, ma a chi legge queste righe.
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