L’ad Carfì, Publiacqua, prova a difendersi: “Non si sa se il tubo rotto è causa o effetto dello smottamento”. Ma il sindaco lo gela: “Un errore umano”
C
he sarebbe successo se, anziché alle 6.15 del mattino, fosse crollato a mezzogiorno? “Non ci voglio neppure pensare, per fortuna non ci sono stati danni a persone”, dice un sindaco Dario Nardella dal volto terreo. È un pezzo di lungarno Torrigiani quello collassato su se stesso, portandosi giù per almeno 5 metri venti auto in sosta. Una voragine lunga 200 metri e larga 7 a pochi passi dal Ponte Vecchio, in faccia agli Uffizi. E fin dalle prime ore del giorno esplode il conflitto tra Palazzo Vecchio e Publiacqua, la Spa controllata al 60% dai Comuni. Un conflitto che culmina nel pomeriggio nella sentenza dello stesso Nardella: “Errore umano”. E nella richiesta di dimissioni dell’amministratore delegato di Publiacqua.
Avvertito dai vigili, alle 7 Nardella si fionda sul lungarno e sbianca. È una scena da esplosione quella che gli si apre davanti, anche se il gas non c’entra niente. La voragine è un lago d’acqua, spallette e argini spanciano per un paio di metri verso l’Arno. Il sindaco si guarda intorno, vede i vigili del fuoco, la polizia municipale, ma nessuno di Publiacqua: dove sono i vertici? Dove i dirigenti? Nardella urla, si attacca al telefono: i vigili già ci avevano provato senza successo. Poco dopo si evacuano due palazzi, perché si teme per il tubo del gas. Si mobilita l’idrovora. Ma il conflitto non si spegne. Anzi, esplode a fine mattinata, al termine dell’unità di crisi. Perché è da lì che si diramano due diverse ricostruzioni dell’accaduto. Il primo allarme scatta a mezzanotte e mezzo: “Il sistema telemetrico di Publiacqua registra un calo di pressione”, racconta Nardella con accanto i vertici della Spa. Si individua la perdita in un tubo del lungarno Torrigiani. Anche perché i residenti chiamano il 113: la strada si sta allagando.
Non è ancora il tubo fatale di 70 centimetri: è un tubo più piccolo. Publiacqua invia subito una squadra della ditta Grazzini. La polizia municipale chiude il tratto dal Ponte alle Grazie al Ponte Vecchio: “Alle 3.20 l’intervento è terminato”. Il tubo rotto viene chiuso: “E da quel momento niente più cambi di pressione”. I vigili restano fino alle 5 per spostare 12 auto. Poi alle 6.15 il secondo allarme: nuovo calo di pressione. Stavolta è il tubone: una condotta in ghisa degli anni Cinquanta. Il lungarno è già crollato. Colpa del tubo che ha scavato sotto il lungarno fino a svuotarlo?
Il geologo: “Vi spiego perché quel tratto del Lungarno è fragile”
vivicentro.it/centro/cronaca – repubblica/Firenze, il collasso di Lungarno Torrigiani. È subito guerra tra il Comune e Publiacqua MASSIMO VANNI
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