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Castellammare di Stabia

Il falso allarme di un missile verso le isole Hawaii

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 Alcuni messaggi ricevuti dalla giornalista delle Hawaii Sara Donchey durante i 38 minuti in cui gli abitanti delle isole pensavano di essere sotto attacco nucleare (Twitter)
Gli abitanti delle isole Hawaii si sono nascosti nei propri bagni, hanno cercato di contattare i propri familiari e di spiegare ai bambini cosa stava succedendo

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unti Chiave Articolo

Cos’è successo nei 38 minuti in cui gli hawaiani credevano di essere sotto attacco

Sabato, per quasi quaranta minuti, gli abitanti delle isole Hawaii hanno creduto che sarebbero stati attaccati da un missile. Alle 8 di mattina, quando in Italia era sera, tutti hanno ricevuto un messaggio, dai propri smartphone o dalla TV, che li invitava a trovare un rifugio e spiegava che non si trattava di un’esercitazione. Il messaggio è stato diffuso per un errore di un dipendente della Hawaii Emergency Management Agency, l’agenzia governativa che gestisce questo tipo di emergenze e che da mesi si sta preparando all’eventualità di un attacco missilistico da parte della Corea del Nord.

Nei 38 minuti trascorsi dall’invio del messaggio contenente il falso allarme a quello della rettifica, anticipato per molte persone da cose lette su Twitter, gli abitanti delle Hawaii hanno avuto paura, hanno pregato, hanno cercato di nascondersi, di contattare le proprie famiglie, di passare con i propri cari quelli che pensavano sarebbero stati gli ultimi momenti della loro vita. Molti hanno abbandonato le proprie automobili e hanno informato dell’allarme i passanti ignari che incontravano. I messaggi condivisi sui social network da molti di loro fanno venire in mente alcuni momenti di film catastrofisti, ma anche quelli condivisi dalle vittime di attacchi terroristici. Per moltissime persone il problema principale era trovarsi lontano – a volte su un’isola diversa – rispetto ai propri familiari.

Molte persone hanno cercato di raccogliere tutto ciò che poteva servirgli e si sono rifugiate nei propri bagni, perché una delle cose da fare in caso di emergenza secondo i consigli degli esperti è quello di stare in un posto in cui si ha accesso all’acqua corrente.

Il deputato del parlamento hawaiano Matt LoPresti ha raccontato a CNN di essersi rifugiato nella vasca da bagno di casa sua insieme ai suoi figli, di avere pregato con loro e spiegato dove si trovavano le provviste di emergenza.

Come spiegare ai bambini cosa stava succedendo è stata la cosa più difficile per molte persone. Un genitore ha scritto su Twitter che suo figli di 10 anni era convinto che sarebbero morti.

Allison Wallis, studentessa universitaria e madre di una bambina che vive a Oahu, l’isola su cui si trova Honolulu, ha raccontato sul Washington Post il modo in cui ha reagito al falso allarme. In parte si è comportata come avrebbe fatto in caso di tsunami, un tipo di emergenza a cui gli hawaiiani sono preparati. Ha svegliato sua figlia e le ha detto di andare in bagno a riempire la vasca, in modo da avere molta acqua a disposizione in seguito. Ha provato a contattare suo marito, che non rispondeva, e poi ha cercato il cane di famiglia:

«Ho cercato Pono in tutta la casa nel panico e mi sono resa conto che era fuori. Sulla soglia ho esitato, pensando a cosa avrebbero detto le persone se avessero saputo che ero stata colpita da un missile mentre cercavo di prendere il cane. Ho pensato a Dorothy [di Il mago di Oz, ndr] che cerca Toto mentre il tornado si avvicina».

Dal racconto di Wallis, che si è trovata a dover spiegare a sua figlia della minaccia della Corea del Nord e di come mettere la testa in mezzo alle ginocchia per proteggersi, si capisce che nel panico del momento era difficile pensare al fatto che non si sentivano le sirene di allarme previste in caso di attacco missilistico e testate negli ultimi due mesi. «Ho scoperto che la paura che avevo provato la prima volta che le avevo sentite era minima rispetto a quella si prova standosene nascoste in bagno con la propria figlia», ha scritto Wallis.

Alcuni dei messaggi che sono stati condivisi sui social network sono meno drammatici, o comunque danno un’idea più complessa delle reazioni che si possono avere quando si pensa di stare per morire per un attacco missilistico nucleare. Ad esempio un appassionato golfista ha mandato un videomessaggio alla propria famiglia dicendo che avrebbe passato gli ultimi momenti della sua vita continuando a giocare.

Il giornalista John Haltiwanger ha raccontato su Twitter di aver ricevuto un messaggio in cui si parlava di alcune persone che si erano radunate in un rifugio insieme all’ex giocatore di basket Magic Johnson.

Il governatore delle Hawaii David Ige ha detto che ci sarà un’indagine per capire come sia potuto succedere che sia stato commesso l’errore sull’allarme e che si eviterà che qualcosa del genere succeda di nuovo.

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