Falò della vergogna a Castellammare, i responsabili si difendono: “Ho la terza media, non capivo la gravità”
Si dicono confusi dall’eco mediatica che ha avuto il loro gesto. Provano a far valere la tesi della bravata, probabilmente tramite suggerimento dei loro legali. Ma l’impressione degli inquirenti, trascritta anche nei verbali, è quella che i tre responsabili del “Falò della Vergogna” inneggiante alla Camorra durante i festeggiamenti dell’Immacolata a Castellammare di Stabia, siano solamente dei “facchini”. Avrebbero quindi affisso lo striscione seguendo gli ordini di chi lo aveva ideato e scritto.
A. Artuso, uno dei tre indagati, prova a difendersi dinanzi al giudice: “Ho la terza media, non ho capito proprio la gravità”.
“Io non so nemmeno cosa c’era scritto sullo striscione”, afferma a sua volta F.Amendola, 31 anni.
Sullo striscione c’era scritto “I pentiti devono morire abbruciati“, una minaccia ai collaboratori di giustizia che sa di sfida allo Stato. Le immagini del così detto “Falò della Vergogna” divennero immediatamente virali e rimbalzarono su tutti i telegiornali nazionali. Oltre ai tre indagati, tra i responsabili ci sono anche due minorenni.
Lo scorso febbraio il Gip di Napoli aveva deciso per i tre maggiorenni la misura cautelare del divieto di dimora in Campania con accuse di istigazione a delinquere aggravata dal metodo mafioso. Una misura poi mutata nell’obbligo di firma. Dinanzi al giudice gli indagati si sono descritti come persone di modesta istruzione. La difesa ha inoltre insistito sul fatto che due di loro risultano incensurati e che non avrebbero legami con persone affiliate ai clan, anche se pare abbiano ammesso di conoscere “di vista” alcuni di loro.
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