Evasione fiscale. Il sistema pubblico darebbe in subappalto a società private la notifica delle cartelle esattoriali che ad alcuni verrebbero notificate in ritardo
Tasse ed evasione fiscale, da sempre sono un argomento spinoso che soprattutto in campagna elettorale (seppure in quest’ultima stranamente un po’ meno) diviene motivo di dibattito e confronto.
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unti Chiave Articolo
Sul punto tuttavia, da parte dei vari parlamentari non si espone quasi mai con chiarezza, semplicità e pragmatismo:
- Su come di fatto e in presenza di verifica esattoriale, avvenga l’evasione;
- E, aspetto non da meno, come si arrivi concretamente a stimare il danno conseguenziale alle casse nazionali, regionali e comunali. Danno che sarebbe, complessivamente, nell’ordine di circa 111 miliardi l’anno.
Sia inteso, non si sta parlando del commerciante che non rilascia lo scontrino. Oppure di chi non può pagare. Di chi rateizza il più possibile, divenendo così uno schiavo fiscale a vita. Difatti non si finisce di saldare le tasse in corso che ne arrivano altre, quindi, tocca rateizzare anche queste. Il tutto per mantenere pletore di “costituzionali” e strapagati apparati, palazzi, inquilini con rispettivi eserciti di codazzi, ecc..
Ci si occupa di un indicativo caso recentemente emerso in Sicilia, riportato da livesicilia.it e che potrebbe in parte chiarire come avverrebbe una certa evasione fiscale.
La questione riguarda la notifica delle cartelle esattoriali, compito che Riscossione Sicilia (oggi Agenzia delle entrate-Riscossione, AdE) svolge su tutto il territorio siciliano. Senonché, da circa vent’anni il servizio di notifica delle cartelle viene affidato a società esterne (ciò avviene analogamente in diversi nostri Comuni) alle quali il contratto viene rinnovato circa ogni quattro anni.
Fino al settembre dell’anno 2017 l’appalto era affidato ad un consorzio. Ma nel marzo precedente l’allora presidente di Riscossione (finalmente qualcuno si è accorto) contestò a tale consorzio il mancato rispetto del contratto, con più di un milione di notifiche che per l’azienda erano state effettuate in ritardo rispetto ai 150 giorni previsti dall’accordo. Riscossione dunque emise delle note di credito pretendendo la restituzione, da parte del consorzio, di quasi tre milioni di euro, e bloccando tutti i pagamenti dovuti al consorzio.
In merito al corrispettivo contrattuale concordato tra la società Pubblica Riscossione e il consorzio privato, il giudice ha dato ragione a quest’ultimo in quanto avrebbe diritto al pagamento del dovuto previsto.
Sul resto del contenzioso, invece, si riporta qui di seguito la dichiarazione dell’allora amministratore di Riscossione Sicilia. Le sue parole spiegherebbero in modo realistico come avverrebbe una parte di evasione fiscale. Di quanto dice, noi cittadini, seppure forzosamente impotenti, in un certo senso già intuiamo e sappiamo. Di fatto se ne parla tra noi, molti con indignazione e inquietudine mentre altri con smargiasseria poiché evidentemente conoscono i “distratti” nei posti di competenza.
L’ex dirigente di Riscossione spiega che
“Il problema più generale che si pose era la regolarità di oltre un milione di notifiche che a giudizio dell’azienda non erano effettuate secondo i criteri contrattuali, il che significava un danno per l’esattoria. … quasi mai erano irregolari le notifiche per persone con redditi bassi, invece l’irregolarità era frequente per certe persone e certi importi molto alti. Si paghi quel che spetta al consorzio – conclude – ma rimane il tema grave del modo in cui si fanno le notifiche. Altro punto è il contenzioso aperto su un numero grande di notifiche di valore elevato, su cui spesso non si riusciva a notificare. Per risolvere il problema io ho disposto che le notifiche per importi da cinquantamila euro in su fossero effettuate dagli ufficiali esattoriali in persona, ma per anni non era stato così. Il problema rimane, è molto serio in Sicilia e su questo c’è una mia denuncia”.
Da qui si comprende anche, come in parte si stimi il danno dell’evasione. Ciò in quanto non possono non sapere e da sempre, nello Stato, Regioni e Comuni, delle cartelle esattoriali, guarda caso, notificate in ritardo ad “alcuni” :
un milione di ritardate notifiche solo in Sicilia in questa singola vicenda sopra raccontata.
Chi vuole e soprattutto chi per legge dovrebbe capire, capisca (volendo sperare ci sia in questa Italia ancora dell’onestà intellettuale, sociale, politica e istituzionale).
Ineluttabilmente assale pure un dubbio, ovverosia che un tale legittimato sistema, nazionale, regionale e comunale, possa causare anche molta devianza etica, che travasa in:
- tangenti
- clientelismo,
- voto di scambio,
- profittatori,
- prostituzione,
- ecc.
visto che, purtroppo, nella classifica 2017 delle Nazioni più corrotte nel mondo, l’Italia è al 51° posto, dopo Malta, Capo Verde, Rwanda, Saint Lucia, Grenada, Namibia.
Civilmente come se ne esce ?
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vivicentro.it/EDITORIALI
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