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Euro 2016, Portogallo vs Galles: la favola Cenerentola 2.0 – Probabili formazioni e statistiche

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Si parte Oggi, Mercoledì 6 luglio, l’incontro Portogallo vs Galles – Stade de Lumieres (Lione) – apre i confronti della Semi-Finale di Euro 2016. Una semifinale che nessuno si aspettava e che rivedrà in campo, a Parigi, una sorpresa di questo Europeo: il Galles.

Sarà la sfida di Bale contro Ronaldo, un confronto che potrebbe incredibilmente riproporsi anche per il Pallone d’oro visto che entrambi hanno alle spalle il successo nella Champions League ottenuto con la maglia del Real Madrid.

Il Galles non era mai andato così avanti in un torneo internazionale. Ronaldo ha segnato solo due gol nella fase a eliminazione diretta di Mondiali o Europei (semifinale 2004 e quarti di finale 2012). Il portoghese ha tentato 41 tiri su punizione diretta finora, senza segnare nemmeno un gol tra Mondiali ed Europei, al contrario Bale ha segnato 2 gol su punizione diretta su 5 tentativi.

OGGI la verità la dirà il campo. Lì non ci sono suggestioni che tengano e noi potremo seguire il match in:

DIRETTA DALLE ORE 21 SU RAI1, RAI4, SKY SPORT 1 E SKY CALCIO 1

Le probabili formazioni (quelle reali saranno comunicate solo verso le ore 20.30)

Portogallo (4-1-3-2): Rui Patrício; Cédric Soares, Ricardo Carvalho, Fonte, Eliseu; Danilo Pereira; Renato Sanches, João Moutinho, João Mário; Nanin, Cristiano Ronaldo

All. Santos.

  • Squalificati: William Carvalho
  • In dubbio: Pepe, Cristiano Ronaldo, Guerreiro, André Gomes
  • Infortunati: nessuno

Galles (5-3-2): Hennessey; Gunter, Chester, A.Williams, Collins, N.Taylor; Allen, King, Ledley; Bale, Robson-Kanu

All. Coleman.

  • Squalificati: Ramsey, Davies
  • In dubbio: nessuno
  • Infortunati: nessuno

Arbitro: Eriksson (Svezia).

Questo per i “puristi” del calcio che potranno trovare ulteriori punti consultando anche il nostro articolo:

Euro 2016: il tabellone delle semifinali. Abbinamenti, date e orari

Ma ora, ed anche per tutti gli altri, mi piace riportare anche un ragionamento d’Opinione che, a firma di Paolo Brusorio, è stato pubblicato su La Stampa di questa mattina.

E’ una analisi condivisibilissima del momento, dell’Europeo in genere e dell’incontro nel particolare.

Buona lettura:

Squadre-Cenerentola, un fascino irresistibile. PAOLO BRUSORIO

Prima che la carrozza torni a essere zucca e che magari Cristiano Ronaldo decida di fare la strega cattiva e di sbarazzarsi del Galles, è meglio mettere nero su bianco sulla tanto vituperata formula Platini.

Il maxi Europeo a 24 squadre non avrà prodotto partite memorabili ma ha almeno avuto il pregio di consegnare alla nostra memoria un paio di storie indimenticabili. Forse anche più di un paio.

Ci siamo appassionati all’Albania e l’abbiamo fatto anche perché su quella panchina c’era un italiano, ma in quei minuti finali contro la Francia (forse perché era la Francia) davanti alla porta delle Aquile avremmo parcheggiato persino la nostra auto pur di impedire una rete dei Bleus. E invece è andata male.

Abbiamo esaltato il tifo degli irlandesi, una macchia verde senza fissa dimora se non il cuore dei parigini che hanno finito per affezionarsi ai pacifici invasori. Ci hanno battuto e ne siamo stati anche contenti (probabilmente perché non contava) e far bella figura ci è costato nulla.

Siamo diventati tutti islandesi, ma proprio tutti. Persino quelli che dopo due giorni di isolamento nell’isola del ghiaccio scapperebbero dalla disperazione in cerca di rumore. Ci saremmo fatti tutti crescere la barba pur di veder vincere quei ragazzoni contro la Francia (forse perché era ancora la Francia). Saremmo stati disposti a un Torino-Reggio Calabria con un solo cd in auto, quello con la «Geyser dance»: impossibile non volergli bene, nemmeno se fai il telecronista e al terzo Sigurdsson di fila ti si incarta la lingua.

Ora ci resta il Galles cui affidiamo l’ultima pagina della favola sperando in cuor nostro che ce ne sia un’altra. E magari un’altra ancora (forse perché troverebbero in finale la Francia o la Germania). Già, il Galles. Corrono, ci mettono il cuore, qualche volta i piedi e soprattutto fanno sembrare Bale un giocatore normale. Umano. Tranne quando pensi al suo conto in banca.

Non è tutto sentimento, però, quello che luccica. È anche ragione e applicazione. E congiuntura. Fateci caso, i fuoriclasse in Europa si contano su un mano, la Germania, che è la Germania, ne ha uno in squadra e fa il portiere. Lo stesso abbiamo detto per l’Italia. Neuer, Buffon, Ronaldo, Iniesta (seppur al tramonto). Poi un filo sotto Pogba, Griezmann, Bale. La lista finisce qui. E fuori dall’Europa il Cile batte l’Argentina di Messi e Higuain. Morale: le nazionali non dipendono più dai campioni, ma dalla loro organizzazione. E organizzare una squadra non è un’operazione impossibile: servono studio, applicazione, intensità e disponibilità dei giocatori. Ingredienti trovabili ad ogni latitudine. Certo, avere ottimi giocatori aiuta. Non averne, però, non fa più tutta quella differenza. Soprattutto in un torneo breve ma intenso come un europeo o un mondiale, un concentrato di pallone: del resto che cosa è stata l’Italia di Conte se non una macchina molto ben oliata? Ecco, l’Islanda e il Galles sono (probabilmente) inferiori a noi, ma dispongono di ogni mezzo per pareggiare il gap. E vincere le partite.

La Cenerentola 2.0 si chiama Leicester. Un’epifania che pensavamo irripetibile e invece è bastato un Europeo poco più che normale per i puristi, ma esaltante per i cacciatori di storie, a farci capire come il pallone di oggi non rotoli sempre dalla parte dei più forti. E quando succede, perché poi alla fine succede, ci siamo divertiti abbastanza per farcene una ragione. È a quel punto, allora, che può vincere la Germania.

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