Stagione agonistica terminata per la Juve Stabia. Dopo l’eliminazione per mano della Reggiana, le vespe hanno chiuso anzitempo la propria stagione e i dubbi sul futuro sono tanti.
P
er parlare di calcio giocato e del futuro calcistico delle vespe, la nostra redazione ha sentito Giovanni Esposito, tecnico stabiese molto legato alla piazza.
Tra le sue esperienze più importanti ci sono quelle al Savoia e al Taranto come vice di Campilongo.
Ecco i suoi pensieri sul passato, sul futuro e sulla stagione da poco conclusa dalla Juve Stabia:
“Mi ha lasciato sconcertato l’eliminazione della Juve Stabia con la Reggiana. I gialloblù erano nettamente superiori agli emiliani e non mi spiego il perché una squadra che deve vincere a tutti i costi, davanti a 6000 persone, non non abbiamo attaccato e pressato alto l’avversario ma si sia limitata al tiki taka fino alla fine. Gli errori arbitrali hanno certamente influito ma ci sono anche gli errori della squadra e del tecnico. Ad esempio Paponi avrebbe dovuto posizionarsi in area per sfruttare i cross anziché vagare sul fronte offensivo. Tutti i cross arrivati in area sono stati spazzati da Trevisan e Sabotic. La squadra mi è sembrata piatta dal punto di vista caratteriale e lo stesso Menti mi è sembrato “tiepido” e non acceso nell’entusiasmo dalla squadra. Questo perché, ripeto, le vespe si sono limitate al possesso palla per lunghi tratti della squadra con la vana certezza di segnare prima o poi. Mi dispiace tanto di questa eliminazione perché la Reggiana era inferiore e la Juve Stabia poteva e doveva sicuramente fare meglio, aldilà degli errori arbitrali. L’arbitro si può portare dalla propria parte, soprattutto in casa, lamentandosi e facendo pressione psicologica. Questo non è avvenuto. Sul futuro spero che resti Manniello perché garantisce annate positive alle vespe e con lui si può riconquistare la B prima o poi. A mio avviso dovrebbe confermare parte del blocco e allontanare i giocatori che hanno fallito, in particolar modo quelli presi in inverno. La base di questa squadra con 5-6 innesti di valore e un allenatore vincente può riprovarci. L’anno prossimo ci saranno piazze come Catania, Matera, Reggio Calabria e forse Cosenza e Lecce che vorranno puntare alla promozione. Giovanili? È un grosso errore far allenare i ragazzi lontano da Castellammare. Non c’è simbiosi tra prima squadra e giovanili e anche la città non segue le vespette. In una società come quella stabiese, il vivaio è una risorsa di vitale importanza e può garantire alcuni prospetti per la prima squadra. Per vincere ci vuole organizzazione e programmazione e questo, senza un buon settore giovanile, non può avvenire.”